È positivo solo a metà il bilancio della notte “italiana” a Buenos Aires. Sulla terra rossa della capitale argentina – dove in questi giorni si sta svolgendo la quarantesima edizione dell’Argentina Open, nono Atp 250 della stagione – sono arrivate una vittoria e una sconfitta, per gli azzurri impegnati nei loro match di primo turno. Fabio Fognini è stato battuto 6-4 6-3 da Tommy Robredo. I due si incontravano per la nona volta in carriera, e arrivavano alla sfida con quattro vittorie ciascuno.
Tra l’altro, l’ultima delle loro sfide – sempre abbastanza lottate e talvolta, in passato, condite da qualche screzio – era stata disputata proprio a Buenos Aires nel 2014; in quel caso fu il tennista ligure ad avere la meglio in tre set (3-6 7-5 6-3): grazie a quella vittoria approdò in finale (dove perse contro David Ferrer) e raggiunse, di lì a poco, il suo best ranking (#13 della classifica mondiale).
Il risultato di oggi è tuttavia piuttosto sorprendente, specie per le premesse iniziali e per la relativa facilità col quale è arrivato: lo spagnolo, infatti, giocava la sua prima partita nel 2017 e veniva da un lungo periodo contraddistinto prettamente da acciacchi fisici e stop (l’operazione al gomito che l’ha costretto a stare fermo per diversi mesi nel 2016, alcuni problemi ai piedi nelle ultime settimane).
Nel primo set, l’azzurro – testa di serie numero sette del tabellone e reduce dall’incredibile e sofferto tie di Coppa Davis giocato proprio in Argentina – parte bene. I suoi colpi sembrano ben calibrati e centrati sin da subito, tant’è che, nel gioco d’apertura dell’incontro, si costruisce subito l’opportunità di strappare il servizio all’avversario.
Ma l’occasione è forzatamente rimandata, e viene concretizzata solo quando si ripresenta nel quinto game: 3-2 Fognini e servizio. Il break potrebbe essere decisivo – considerando il fatto che Robredo sta giocando un tennis che poco pare quello di un giocatore che non vince un primo turno nel circuito Atp da gennaio 2016 (agli Australian Open), al rientro dopo mesi di problemi – ma è qui che Fabio inizia a “sbavare”, a riempire la sua prestazione (fino ad allora soddisfacente) di errori, imprecisione e un pizzico di nervosismo. Quello ottenuto nel sesto game è solo il primo dei due break che l’iberico riuscirà ad ottenere, break che gli consentiranno di chiudere – senza rischiare nuovamente nulla a sua volta – il primo set.
Nel secondo parziale il copione sembra ripetersi. È infatti Fognini a iniziare giocando meglio, quello che fa viaggiare i colpi, che per primo si porta a palla break e strappa la battuta. Il tutto avviene nel terzo game – gioco in cui si è visto, tra l’altro, il punto più bello del match: scambio prolungato chiuso dall’italiano con un passante di rovescio piazzato all’incrocio delle righe.
Tuttavia, anche stavolta, il break ottenuto anziché essere la zampata decisiva che innesca l’allungo, diventa un punto di svolta negativo che per entrambi fa la differenza, ovviamente in modo contrario (in positivo per Robredo).
Fabio non solo cede subito, nuovamente, alla risposta dell’ex numero 5 del mondo, ma lo fa per ben due volte, anche nel sesto gioco. E non solo: non riesce neppure a sfruttare le tre chances maturate nel settimo gioco, quando si è ritrovato avanti 40-0 sul servizio del trentaquattrenne ispanico. Chances che avrebbero potuto rimetterlo in partita almeno nel parziale, riequilibrando il conto dei break.
Ecco allora che, dopo appena un’ora e tredici minuti di partita, si è dovuto arrendere e ha salutato, prematuramente e inaspettatamente, il torneo.
Quella di oggi per Fognini è stata prestazione opaca. È mancato soprattutto nelle fasi cruciali: gli sono stati fatali alcuni errori, in particolare i doppi falli, in generale la sua percentuale con la seconda è stata troppo bassa (quando l’ha servita ha vinto soltanto 5 punti su 17, una resa del 29%), poca incisività in risposta.
A onor del vero, va sottolineato ancora una volta il fatto che il tennis giocato dal Robredo odierno non corrisponde certo a quello della sua attuale classifica (al momento è intorno alla 550° posizione del ranking), né a quello di un giocatore fermo da settimane e che nell’ultimo incontro disputato aveva perso da Matteo Berrettini, al Challenger di Andria.
Anzi, la sua partita buona e “ordinata” non fa che confermare la sua attitudine alla terra rossa, nonché la sua tradizione positiva qui a Buenos Aires, dove ha vinto il titolo nel 2009 e altre tre volte è arrivato in semifinale (nel 2011, nel 2013 e nel 2014, in queste occasioni poi ha sempre perso). Altra piccola curiosità: dei nove (considerando anche quello odierno) incontri giocati contro Fognini, sei sono stati disputati su terra e cinque li ha vinti lui. Adesso se la vedrà col vincente del match tra Victor Estella Burgos (reduce dal successo di Quito) e Thiago Monteiro.
Tutt’altro che opaca, invece, la prova di Alessandro Giannessi, che ha annullato due match point a Rogerio Dutra Silva prima di chiudere 5-7 7-6 6-4 dopo due ore e quarantatré minuti di battaglia.
Lo spezzino – approdato nel main draw del torneo dopo aver battuto Dusan Lajovic nel turno decisivo delle qualificazioni – ha ceduto 7-5 alla distanza un primo set lottato, decisosi solo negli ultimi 4 game, dove ci sono stati 3 break (due in favore del brasiliano).
La seconda frazione di gioco è stata molto più equilibrata. Sia l’azzurro che il trentatreenne originario di San Paolo hanno ceduto la battuta soltanto una volta, nel terzo e nel quarto gioco, e successivamente entrambi hanno tenuto il proprio servizio fino al tie-break, in maniera abbastanza tranquilla; vi sono state solo altre due palle break: una salvata da Dutra Silva nel settimo game e un’altra – il primo dei due match point annullati – fronteggiata da Giannessi nel dodicesimo gioco, quando si è trovato sotto 5-6 30-40.
Nel tie-break – caratterizzato dall’equilibrio che aveva contraddistinto il parziale – il brasiliano ha avuto un’altra occasione per chiudere il match (tra l’altro sul suo servizio), ma ha buttato all’aria l’opportunità sprecando con un doppio fallo. Il ventiseienne originario di La Spezia è stato dunque bravo a chiudere la pratica 8 punti a 6 e a rimandare qualsiasi discorso al terzo e decisivo set.
Terzo set che ha visto l’italiano partire forte e portarsi agevolmente avanti fino al 4-1. Il rientro del suo avversario, riuscito a riagguantare il risultato sul 4 pari, è stato però subito arginato con un break, decisivo, ottenuto nel decimo nonché ultimo gioco della partita; break che ha consegnato la vittoria all’azzurro.
Questa lottatissima vittoria di oggi (match equilibratissimo, 116 punti a 115 per Dutra Silva) garantisce ad Alessandro il passaggio agli ottavi, e quindi il suo terzo ottavo di finale personale, a livello Atp (dopo Bucarest 2011 e Bastad 2012); nel match di domani andrà alla caccia di un posto nei quarti di finale (e della sua quinta vittoria consecutiva in quel di Buenos Aires, considerando le qualificazioni) affrontando la testa di serie numero 4, Pablo Carreno Busta.
Risultati:
[PR] T. Robredo b. [7] F. Fognini 6-4 6-3
[Q] A. Giannessi b. [Q] R. Dutra Silva 5-7 7-6(6) 6-4