Alexander Zverev si laurea campione del torneo Atp 500 di Washington battendo in 2 set il sudafricano Kevin Anderson, con il punteggio di 6-4 6-4 in 1 ora e 10 minuti. il tedesco vince la sfida tra “lungagnoni” (3 su 3 negli scontri diretti) aggiudicandosi il terzo titolo in carriera sul cemento. Per il teutonico continua il trend positivo nelle finali con uno storico che recita 5 vittorie a fronte di 3 sole sconfitte.
Per il più giovane dei fratelli Zverev, che diventa con questo risultato il primo tedesco capace di vincere qui a Washington, questo titolo è l’ennesimo punto esclamativo di una stagione numeri alla mano davvero esaltante: quella odierna era la quinta finale dell’anno, la quarta conclusa con successo; solo il vate Roger Federer è riuscito a batterlo in finale negli ultimi 8 mesi, mentre peggiore sorte è andata al rivale della giornata, il sudafricano Anderson, incapace di trovare vere contromisure tecniche durante tutto il match: per lui le finali continuano a rimanere un tabù, poiché con quella di oggi diventano 9 le sconfitte rimediate all’ultimo turno di un torneo Atp su 12 giocate.
Con i punti conquistati qui negli USA però Anderson sale di 12 posizione in classifica raggiungendo la piazza numero 33 del ranking Atp. Per Sascha Zverev i 500 punti guadagnati consolidano l’ottava posizione mondiale e gli permettono di iniziare a credere seriamente nella possibilità di raggiungere le Atp Finals di Londra (oltre a quelle di Milano alle quali neanche a dirlo è già qualificato): la race lo vede attualmente sesto ma con i recenti abbandoni le speranze naturalmente aumentano. Il resto dell’anno potrebbe rivelarsi quindi roseo per il giovane ventenne.
LA CRONACA – Ancora prima che inizi la partita, una cosa è chiara: molto del risultato finale dipenderà dal andamento al servizio del sudafricano. Anderson, che durante tutta la settimana si è salvato più volte grazie alla prodigiosa battuta con la quale ha giocato a percentuali altissime, se vuole avere una possibilità deve servire bene. È un bel confronto di stili poiché nonostante le dimensioni simili i due recitano un tennis diverso: Zverev, dalla sua, durante tutto il torneo ha risposto sempre con grande efficacia e oggi non è da meno. Il giocatore di Johannesburg rischia tutto anche sulle seconde, consapevole altrimenti delle ridotte speranze di portare a casa il punto, con il risultato di regalare alcuni quindici: ci prova, ma il tedesco è chirurgico nelle esecuzioni e il break quasi immediato. 3-1. Il resto del set è un fiume che scorre senza interruzioni, puntellato da alcuni ace e qualche buona risposta qua e là; dopo 32 minuti il tedesco a serve per chiudere la pratica: la conclusione è rapida, 6-4. Il 3/10 sulla seconda per il sudafricano e le 0 palle break avute spiegano a pieno i suoi problemi.
La seconda frazione continua sulla linea della prima: Anderson, eccezion fatta per alcuni irriverenti nastri, da fondo campo quando inizia lo scambio non vince un punto, stessa cosa se serve la seconda. Zverev è superiore anche sul piano della mobilità e la profondità e precisione che con costanza trova oggi rende l’impresa quasi impossibile all’avversario. Neanche si incomincia che il tedesco strappa immediatamente la battuta al rivale, portandosi rapidamente 3-1 sopra. I due parziali per andamento sembrano la fotocopia l’uno dell’altro. Il sudafricano prova ripetutamente a caricarsi con urla ad ogni punto vinto, ma alla fine il contro break non arriva: è un secondo 6-4 che conclude la partita in 70 minuti.