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Andy Murray ha sconfitto Milos Raonic nella finale dell’Atp 500 del Queen’s, centrando il suo quinto successo nel torneo londinese, il suo secondo dell’anno dopo il trionfo agli Internazionali BNL d’Italia. Lo scozzese si è imposto col punteggio di 6-7 (5), 6-4, 6-3, festeggiando con un trofeo la ripresa collaborazione con Ivan Lendl, al fianco del quale nel 2013 conquistò la doppietta Queen’s – Wimbledon. Anche l’angolo di Raonic presenta delle novità per la stagione su erba. L’ingaggio di John McEnroe, affiancato dall’onnipresente Riccardo Piatti, testimonia la volontà del giocatore canadese di recitare un ruolo da protagonista sui campi dell’All England Club (peraltro, gli stessi Lendl e McEnroe, tra i loro 33 precedenti, disputarono una semifinale al Queen’s nel 1990, vinta dal ceco per 6-2, 6-4).
Dopo il successo negli ottavi di finale di Indian Wells del 2014, Raonic conduceva 3-1 nei confronti diretti. Da quel momento sono arrivate quattro vittorie consecutive del tennista scozzese (le ultime due quest’anno, agli Australian Open e a Montecarlo), che lo hanno portato a condurre 5-3. Lungo il cammino verso la finale, Murray ha sconfitto Mahut, Bedene, Edmund e Cilic, lasciando per strada due set. Un solo set perso invece dal canadese, nel primo turno contro Kyrgios. Da lì in avanti successi in due parziali contro Vesely, Bautista e Tomic. La partita inizia col dominio incontrastato dei servizi. Murray muove abilmente l’avversario, e anche quando è costretto a subire, spesso tira fuori dal cilindro passanti stretti giocati dal livello del suolo. Dall’altra parte, Raonic non ha mai perso il servizio nel corso della settimana, e non permette mai al numero 2 del mondo di sorpassare quota 30 in risposta nel primo set. Il 25enne originario di Podgorica dimostra di avere le idee ben chiare sulla tattica da seguire per neutralizzare la difesa scozzese. Alla prima palla utile, attacca l’avversario precipitandosi a rete, sollecitando preferibilmente il passante di dritto di Murray, e dimostrando grande sensibilità di tocco nei pressi della rete. È grazie a questo piano di gioco che conquista il primo set, inevitabilmente al tie break, vinto per 7 punti a 5.
Murray smarrisce il senso dell’orientamento, e accusa un inaspettato passaggio a vuoto in avvio di secondo set. Con 12 punti a 1, Raonic si porta rapidamente 3-0. La partita sembra compromessa, perché il canadese appare inavvicinabile quando si trova al servizio. Ma un challenge chiamato dallo scozzese in occasione del quinto game, sul 40-30 per l’avversario, smentisce la chiamata dell’arbitro e porta il punteggio sul 40 pari. Un dritto in rete del canadese e una splendida risposta di Murray riportano il punteggio del secondo set “on serve”, tra l’esultanza moderata del composto pubblico inglese. Improvvisamente è Raonic a cedere di schianto, e il suo black out (forse fisico, forse mentale, certo è che fino al 7-6 3-0 stava giocando un match perfetto) risulta fatale. Il numero 2 del mondo brekka un’altra volta (chiuderà con un ottimo 4/7 sulle palle break) e fa suo il secondo parziale per 6 giochi a 4.
Raonic sembra ormai aver perso il treno del successo. Altro break di Murray nel primo game del terzo set. Risulterà decisivo. Lo scozzese guadagna i primi due match point in risposta nel nono gioco. Due imperiosi smash del canadese riportano la situazione in parità, ma la terza occasione è quella buona. Murray chiude il set 6-3, raggiungendo un traguardo storico: è il primo tennista ad aggiudicarsi cinque volte il torneo del Queen’s (2009, 2011, 2013, 2015 e 2016).