ACAPULCO. Solitamente cattura i titoli dei giornali a causa del suo atteggiamento, dei suoi comportamenti discutibili che già l’hanno messo nei guai più volte. Ma non è questo il caso: stavolta Nick Kyrgios vi finisce per merito, grazie alla bella vittoria di stanotte, arrivata contro l’ex numero 1 del mondo Novak Djokovic. In un’ora e quarantasette minuti di partita, l’australiano ha avuto la meglio 7-6 7-5 sul suo ben più esperto rivale, e ha dimostrato perfettamente il perché venga seguito con tanta attenzione dagli osservatori e appassionati di questo sport.
La notevole prestazione del ventunenne originario di Canberra, specie per quanto riguarda il servizio, è da inquadrarsi all’interno di un match che in generale è stato, da ambo le parti, fortemente condizionato e deciso dal rendimento alla battuta. Entrambi i giocatori hanno infatti sfoggiato più che buone percentuali, quando servivano, e hanno concesso pochissime occasioni al loro avversario.
In particolare, Kyrgios ha servito il 74% di prime palle in campo, ottenendo l’81% dei punti (43/53), il 78% in generale quando ha servito (58/73). Il tutto arricchito da 25 aces e un solo doppio fallo. Di fatto, si è ritrovato nei guai solo una volta, nel corso del sesto gioco del primo set, ma ha salvato la palla break e da lì in poi non ne ha concesso altre.
Percentuali simili, quelle di Djokovic (76% di punti con la prima, 74% di punti al servizio in totale), ma un’unica, grande colpa: quella di non essere riuscito a cavarsela, come il suo sfidante, alla prima e unica occasione di break concessa, sul 5-6 in favore dell’australiano (nel secondo set). Battuta strappata addirittura a zero, servizio e partita consegnati, proprio sul finale, al “bad boy” Atp.
Con questa vittoria sull’attuale numero 2 del mondo (la sua quinta vittoria in carriera contro un giocatore classificato Top5) ha messo in mostra ancora una volta il suo indubbio e cristallino talento sul campo da tennis. Eppure, nessuno come lui suscita rabbia e frustrazione tra i fan. Una gran parte di essi è imbarazzata e stufa delle sue buffonate (basti pensare all’ultimo episodio in ordine di tempo, avvenuto proprio ad Acapulco, nel quale ha inveito contro i sostenitori di Dudi Sela, suo avversario al primo turno), e a questo sentimento di stanchezza e imbarazzo si unisce il rammarico per cotanto talento sprecato.
Tuttavia, sebbene possa piacere o non piacere il suo carattere e il suo modo di porsi, non si può mettere in discussione il fatto che quando la sua mente è concentrata solo sul lavoro in campo, Kyrgios è uno dei giocatori più difficili da battere. Solo il tempo ci dirà se sarà in grado di affinare questo potenziale in qualcosa di tangibile e concreto. In lui si cela ancora un potenziale vincitore del Grand Slam?
Il futuro, per il momento e grazie alla vittoria di stanotte, dice che domani (sabato 4 marzo ore 5:00) si giocherà un posto nella finale dell’Abierto Mexicano Telcel Open: quella con Querrey sarà per lui la decima semifinale in carriera, a livello Atp.