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Diego Schwartzman si è aggiudicato il primo titolo ATP della carriera nel TEB BNP Paribas Istanbul Open, uscendo vincitore da una dura lotta con il bulgaro Grigor Dimitrov, sconfitto con il punteggio di 6-7(5) 7-6(4) 6-0 dopo quasi 3 ore.
L’argentino ha dunque conquistato a 23 anni il suo primo titolo, proprio in una stagione in cui sembrava aver perso quello smalto che lo aveva portato al best ranking di numero 57 l’anno scorso. Arrivava infatti a Istanbul da numero 87 della classifica ATP, con un misero bottino stagionale di 3 vittorie e 8 sconfitte, pur avendo giocato prevalentemente sulla sua amata terra battuta. Il bulgaro, anche lui in un periodo non ottimale, vantava invece un saldo positivo di 15 vittorie contro 8 sconfitte e aveva ottenuto come migliori risultati d’annata la finale nel 250 di Sidney e gli ottavi nel Masters 1000 di Miami. Più faticoso e allo stesso tempo convincente il percorso nel torneo per Schwartzman, che aveva dovuto vincere al set decisivo i match di quarti e semifinale contro Damir Dzumhur e Federico Delbonis, dominando in entrambi l’ultimo parziale proprio come quest’oggi. Dimitrov aveva invece battuto Jiri Vesely e Ivo Karlovic in due set prima dell’ultimo atto. I due sfidanti non si erano mai affrontati fino a questo match.
Cronaca: Sembra essere uscito meglio dai blocchi Schwartzman che, dopo aver tenuto il servizio nel game di apertura, si procura la prima palla break del match nel secondo; Dimitrov è bravo però ad annullarla e a farsi aggressivo in risposta nel game successivo, in cui breakka l’avversario alla prima occasione per portarsi sul 3-1. Il piccolo argentino non perde la concentrazione e sfruttando qualche gratuito di troppo del bulgaro rimette il set in parità . Il match tuttavia rimane “on serve” per neanche un game, perché Dimitrov inizia a far pesare la sua maggior cilindrata e si riporta sopra di un break. Sul 4-3, 30-30, Schwartzman mostra tutte le sue qualità , grande dinamismo e intelligenza nel sapere quando e dove spingere con i suoi lift, e se serve nel chiudere il punto a rete. Riesce così, ancora, a controbreakkare il bulgaro: 4-4. Il servizio sembra essere un fardello più che un vantaggio, ma se per il terraiolo di Buenos Aires questo poteva essere prevedibile, per il ventiquattrenne nativo di Haskovo è sconcertante, soprattutto vista la percentuale di prime palle in campo sopra il 70%; comunque grandi meriti in risposta per il numero 87 del mondo, questo va detto. Con stupore, il copione prosegue identico a se stesso, e nei due game successivi si assiste al break e contro break, che portano a 5 la striscia di servizi ceduti consecutivamente, con il bulgaro in grado di ottenere solo il primo punto del game quando ha servito per il set. Siamo 5-5 e indovinate che succede, Dimitrov si porta ancora a servire per il set, sfruttando le tante seconde dell’avversario, ma per la quarta volta consecutiva viene controbreakkato, ancora a 15, subendo l’aggressività dell’argentino che con il dritto da vicino al campo comanda il gioco ed’è lodevole anche nello smash. Si arriva inevitabilmente al tie-break, come se in campo ci fossero Karlovic e Isner: sul 2-1 in suo favore, il n°2 del seeding trova un gran rovescio, quasi in controbalzo, su uno smash questa volta non perfetto dell’argentino, che poi a sua volta non riesce a giocare la volée. Sul 5-4 Dimitrov trova finalmente un punto gratis dal servizio e si porta a set point, commette però un grave errore cercando un dropshot fuori luogo che non si avvicina nemmeno al nastro. Tocca a Schwartzman servire ma, proprio quando sembrava prossimo a riportarsi ancora una volta in parità , sbaglia la volée decisiva di rovescio dopo aver comandato lo scambio e grazia l’avversario, che porta così a casa il primo set. Più meritevole però il parziale giocato dal giocatore albiceleste.
Nonostante un grande scambio vinto da Schwartzman con un tweener e successivo dritto stretto fulmineo, Dimitrov riesce a breakkare subito un avversario che dalle scelte operate sembra aver subito il colpo del primo set; si arriva 3-0, con il 29 al mondo aiutato, finalmente, dalla prima, che lo fa uscire dalle sabbie mobili dei vantaggi nel terzo game. L’argentino è condannato a un match di rincorsa, ma ancora una volta non si arrende. La sua prima rimonta è solo accennata, perché, dopo il break che lo porta sul 2-3, è costretto tristemente a fare ancora i conti con il suo servizio light – che gli fa perdere addirittura a 0 la battuta – e a vedere il bulgaro portarsi sul 5-2. Dopo aver tenuto un game di battuta complicato però, Schwartzman si vede concedere come premio un pessimo game della 2^ testa di serie, chiamata a servire per la partita: il bulgaro gioca lontano di metri dalla linea di fondo, a differenza dell’argentino che è sempre vicino al campo quando può permetterselo, e si fa nuovamente breakkare sul più bello. Il game successivo di Schwartzman completa la rimonta: sotto 0-30, conquista un punto più bello dell’altro e impatta sul 5 pari. L’inerzia si è ribaltata e Dimitrov non sembra in grado di apportare modifiche al suo gioco oggi molto prevedibile. Diego Sebastian è invece più carico che mai e sfruttando la confusione dell’avversario, che accusa anche fastidi muscolari, mette la testa avanti per la prima volta dal primo game del match. Si porta a servire dunque per il set l’argentino, ma subisce la reazione d’orgoglio del bulgaro che rinvia ancora la sentenza al game decisivo. Qui, i due giocatori sono encomiabili in difesa ma Schwartzman è più lucido: va sul 6-4 e vince l’ennesimo lungo scambio con Dimitrov indotto a mettere in rete un rovescio. Dopo 2 ore e 20 minuti di gioco la contesa si deciderà al terzo set.
L’argentino è ovviamente ringalluzzito, e comincia tenendo senza difficoltà la battuta. La maggior parte dei numerosi scambi prolungati ormai va inesorabilmente dalla sua parte e così, nel secondo game, riesce a togliere la battuta al bulgaro che a quel punto sfoga tutta al sua rabbia demolendo la racchetta con una violenza che raramente vediamo nel circuito. Da questo momento Grigor non mette più una palla in campo e sullo 0-5, quando sembrava in procinto di conquistare il game della bandiera, perde due punti e sul 40 pari va alla sua panchina e decide che il modo più in linea con il suo match di concludere è distruggere due racchette così da “guadagnarsi” il penalty game. Va poi subito a congratularsi con l’avversario ma la scena rimane decisamente brutta. Dopo 2 ore e 47 minuti finisce in questo modo assurdo un match molto combattuto e teso, che ha regalato emozioni e a tratti del discreto tennis, e che il folletto albiceleste ha portato meritatamente a casa.
Con questo prestigioso risultato, Schwartzman compie un balzo di 25 posizioni in classifica e da domani sarà al numero 62 del mondo, non distante dal suo best ranking.
Nota da non dimenticare va al torneo di doppio. Il giocatore di Buenos Aires ha infatti completato la sua indimenticabile settimana giocando anche la finale dell’altra categoria, in coppia col connazionale Andres Molteni, proprio al termine della finale del singolo. La pausa di mezz’ora tra le finali non è ovviamente bastata a Schwartzman per recuperare le energie e la coppia argentina si è dovuta arrendere al duo formato da Dudi Sela e dal nostro Flavio Cipolla. Dopo un primo set andato via liscio per l’inedita coppia israelo-italiana, di scarsa cilindrata ma grandissima sensibilità tennistica, nel secondo set c’è stato più equilibrio, con Cipolla e Sela arrivati comunque ad avere 3 match point consecutivi sul 5-3 e servizio avversario. Sull’orlo del baratro la coppia argentina ha però ribaltato le sorti del set e si è così deciso tutto al super tie-break, dove Cipolla e Sela sono stati più lucidi e organizzati, vincendo di misura il set decisivo che gli ha regalato il torneo. Score finale 6-3 5-7 10-7 in 1 ora e 27.
Il tennista romano, che quest’anno stava ottenendo in doppio buoni risultati a livello challenger (ultimo la finale a Barletta), era alla prima finale ATP della carriera, così come Dudi Sela d’altrone, e siamo contenti che abbia ottenuto questo successo in un periodo per lui non molto brillante nel singolare.