E’ il 16 luglio del 2014, siamo sul campo centrale del German Open di Amburgo: si gioca il secondo turno di un ATP 500, torneo che fino a qualche anno prima faceva però parte del circuito Masters Series. Il russo Mikhail Youzhny non riesce a passare sulla profonda volée di rovescio dell’avversario, consegnandogli l’accesso agli ottavi di finale. Lo sfidante è un giovane diciassettenne di Amburgo, il suo nome è Alexander Zverev. È il 285esimo giocatore del ranking mondiale ed ha ricevuto una wild card dopo essersi aggiudicato il Challenger di Braunschweig un paio di settimane prima.
Un cognome noto, che avevamo già sentito ed apprezzato nel maggio del 2009, quando un tedesco di chiare origini russe giungeva ai quarti di finale degli Internazionali BNL d’Italia, per farsi poi orgogliosamente eliminare in due set da Roger Federer. Il protagonista del nostro racconto, un certo Alexander, all’epoca aveva però solo dodici anni: ha sempre tifato per l’elvetico, ma quella volta un po’ meno, perché dall’altra parte della rete c’era suo fratello Mischa, più grande rispetto a lui di dieci anni.
Ma torniamo a quel pomeriggio di luglio: Alexander, “Sascha” per gli amici, non ha paura di nulla, serve come un treno ed è dotato di uno splendido rovescio lungolinea, oltre che di una mobilità disarmante considerando i suoi 198 centimetri d’altezza. E’ professionista da circa un anno, ma ha chiaramente le movenze del predestinato: proprio col fratello Mischa nel suo angolo, in quella magica settimana, batterà in successione gente del calibro di Haase, Youzhny, Giraldo, Kamke, per poi arrestare la sua corsa in semifinale contro un indomabile David Ferrer, che non ha bisogno di presentazioni. Compirà il lunedì successivo un balzo di ben 124 posizioni in classifica, raggiungendo la 161esima piazza del ranking Atp.
Il resto di quella stagione sarà avaro di risultati, tuttavia concluderà il 2014 al 136esimo posto del ranking, con quasi settecento posizioni guadagnate nell’arco di un solo anno: nel dicembre del 2013 si era infatti attestato al numero 809. Nella prima parte del 2015 tardano ad arrivare i grandi risultati che gli addetti ai lavori attendevano: flessione comunque naturale per un teenager che fino all’anno precedente era abituato a calcare tutt’altre scene, e che di punto in bianco si ritrova ad essere già etichettato come la grande promessa del tennis tedesco e mondiale.
Il primo piccolo acuto del 2015 arriva in Florida: a Miami, infatti, partito dalle qualificazioni, giunge per la prima volta in carriera nel tabellone principale di un Masters 1000, ma viene eliminato al secondo turno dal ceco Lukas Rosol. Conquista a maggio il suo secondo titolo in carriera a livello Challenger, in quel di Heilbronn. Gli ottavi di Stoccarda, Halle e Nottingham gli consentono di accedere per la prima volta in assoluto in un tabellone principale di Slam: da numero 74 del mondo raggiunge infatti il secondo turno a Wimbledon, eliminato in quattro set dallo statunitense Kudla. La prematura eliminazione ad Amburgo, per mano di Tommy Robredo, lo costringe ad uscire dalla Top 100, ma rimedia grazie alla semifinale di Bastad e ai quarti di finale raggiunti a Washington.
Il resto è cronaca di queste ultime settimane: dopo avere iniziato l’anno da numero 83 al mondo, Alexander Zverev, poco fortunato a Melbourne nell’avere pescato Andy Murray a primo turno, ha cominciato a trovare quella continuità di risultati che tutti si attendevano: quarti a Rotterdam e semifinale a Montpellier, vittorie di un certo peso contro campioni quali Gilles Simon o Marin Cilic, a testimonianza di un grande carattere, nonostante la giovane età. Il ragazzo è inevitabilmente protagonista anche fuori dal campo: nota la vacanza alle Maldive con le amiche Belinda Bencic e Kiki Mladenovic, presunto flirt con la connazionale Sabine Lisicki alla scorsa Hopman Cup e in passato fidanzamento con la transalpina Oceane Dodin. Per niente timido, non si fa mancare proprio nulla il diciottenne di Amburgo, che scende in campo con la personalità di un trentenne.
“Sascha” ha sprecato proprio ieri un match point, al servizio, contro niente di meno che Rafa Nadal, in un incontro valido per gli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells. È solo questione di tempo, i margini di miglioramento sono davvero tanti, soprattutto a livello fisico: tecnicamente, il miglior colpo è sicuramente il rovescio bimane, in grado di immobilizzare qualsiasi avversario (chiedere a Nadal), potentissima la prima di servizio ed efficace la seconda in kick. Buono anche il diritto, sensibilmente migliorato nel giro dell’ultimo anno e mezzo.
Dal prossimo lunedì raggiungerà il suo best ranking, alla 52esima posizione. Non tantissimi sono i punti che da qui a fine stagione il temerario Alex dovrà difendere, specialmente nei tornei dello Slam: ciò consentirà quasi sicuramente un ulteriore balzo in avanti. Difficile dire con precisione fino a dove si spingerà. Top 30? Top 20? Il futuro è certamente suo, “Sascha” Zverev ha tutte le carte in regola per diventare uno dei prossimi protagonisti nella scena del tennis mondiale e, perché no, uno dei maggiori candidati allo scettro di numero 1 del pianeta.