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“Mi diverto da pazzi a giocare a tennis e quindi do la stessa importanza a tutti i punti. In questo modo mi distacco dal risultato e penso soltanto a vincere il prossimo scambio, e poi quello dopo e poi quello dopo ancora. Da ragazzino mi chiamavano Polpo perché restavo attaccato a ogni punto, quella tigna mi è rimasta. E certamente il clima da battaglia mi esalta“. Così Lorenzo Sonego in un’intervista a La Gazzetta dello Sport dopo il grande exploit agli Internazionali BNL d’Italia 2021. “Sono uscito dalla preparazione invernale con la consapevolezza di essere diventato più competitivo, sentivo meglio la palla, ero cresciuto con il rovescio. Poi sono arrivati anche i risultati, che rimangono la benzina migliore“, ha aggiunto il giocatore torinese.
Sonego ha poi parlato del suo staff. “Ho un mental coach, Lorenzo Beltrame: nessuna tecnica strana o particolare, solo grandi chiacchierate. E’ soprattutto uno scambio continuo di sensazioni – ha ammesso l’azzurro – Gipo Arbino? E’ come un secondo padre, e’ la persona che mi conosce meglio in assoluto, che mi ha fatto maturare da bambino a uomo. Anche se dovessi perdere 40 partite consecutive, vorrei sempre lui al mio fianco, pero’ e’ ossessivo sul servizio, mi martella perche’ vorrebbe che migliorassi in fretta. Siamo l’unico caso al mondo in cui il coach vuole arrivare al risultato prima del suo giocatore“.
Infine un sogno da realizzare tra battere di nuovo il numero uno del mondo, giocare un grande torneo a Wimbledon e la qualificazione alle Finals. “Sceglierei le Finals nella mia citta’. Sono nato a due passi dal palazzetto, giocare a Torino non sarebbe un sogno. Sarebbe il paradiso”, ha concluso.
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