Il processo legale di Jannik Sinner riguardante la sua positività al Clostebol sta prendendo forma con l’avvicinarsi dell’udienza presso il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna. Malgrado la data esatta non sia ancora stata fissata, si prevede che il processo avrà luogo non prima del 12 febbraio 2024, con una sentenza probabile che si dovrebbe conoscere tra marzo e aprile. L’arbitrato dovrà decidere se confermare o meno la sospensione del tennista italiano, dopo che nel marzo 2024, durante il Masters 1000 di Indian Wells, è stata riscontrata una traccia infinitesimale di Clostebol nel suo corpo.
Resi noti i giudici del processo
Nel frattempo sono stati resi noti due dei tre giudici che prenderanno parte al processo. L’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) ha scelto il giurista israeliano Ken Lalo, mentre il team difensivo di Sinner si affida all’americano Jeffrey Benz, noto per aver difeso la tennista Simona Halep in passato, alla quale ha procurato una riduzione della sua squalifica dai quattro anni richiesti a nove mesi. Lalo, esperto in diritto antidoping e presidente della federazione israeliana degli sport equestri, ha la fama di giudice severo ed intransigente, come dimostra il precedente della squalifica di Sara Errani, che nel 2018 ha visto la sua pena aumentare da due a dieci mesi per la positività al letrozolo.
Anche Benz ha alle spalle una lunga carriera come arbitro del Tas e ha gestito numerosi casi complessi, tra cui quelli di atleti di alto livello come la già citata Halep. Ci sarà invece da attendere ancora per la nomina del terzo arbitro, che sarà scelto dal Tas e avrà anche la funzione di presidente del panel. Questo processo si baserà su una nuova valutazione del caso, senza entrare nel merito della decisione precedente, in cui Sinner era stato assolto dall’Itia (International Tennis Integrity Agency).
L’obiettivo del team di Sinner
Nel caso di Sinner, Benz dovrà dimostrare che non c’è stata negligenza da parte dell’azzurro nell’ambito della contaminazione da Clostebol. Secondo la difesa infatti, l’altoatesino ha fatto tutto il possibile per evitare che il preparatore atletico Umberto Ferrara passasse al fisioterapista Giacomo Naldi lo spray a base Clostebol, risultato poi fatale per la contaminazione accidentale del due volte vincitore slam. La sostanza vietata infatti sarebbe stata introdotta nel corpo del fuoriclasse azzurro attraverso un massaggio eseguito dal fisioterapista, successivamente estromesso dallo staff, in cui aveva utilizzato una pomata senza guanti.
Il collegio arbitrale del Tas esaminerà i documenti presentati dalle due parti coinvolte nel caso. Al momento, il team legale di Sinner non avrebbe ancora depositato la propria risposta formale (Answer Brief), in risposta all’Appeal Brief della Wada, che malgrado l’assoluzione iniziale ha richiesto una sospensione per negligenza che potrebbe variare da uno a due anni. Dopo aver ascoltato le argomentazioni delle parti, il collegio si esprimerà a maggioranza. Sebbene la maggior parte dei casi venga risolta all’unanimità, la decisione finale dipenderà dunque dalle valutazioni dei tre arbitri. L’esito di questo caso avrà conseguenze significative per la carriera di Sinner, che mentre attende la decisione continuerà la sua stagione, partecipando a importanti tornei, tra gli altri anche all’Australian Open da campione in carica, ma sempre con la spada di Damocle di una potenziale squalifica che pende sopra la sua testa.