Tutto secondo i piani al Miami Open (cemento outdoor), secondo Masters 1000 della stagione. A giocarsi l’ultimo dei quattro ottavi di finale della parte alta di tabellone saranno Jannik Sinner e Andrey Rublev. Entrambi hanno cominciato la loro avventura direttamente dal secondo turno essendosi presentati da teste di serie all’inizio della scorsa settimana. Tutti e due, inoltre, devono ancora perdere un set. L’altoatesino ha dato seguito alla semifinale conquistata ad Indian Wells domando il serbo Laslo Djere e il bulgaro Grigor Dimitrov. Il russo, invece, ha rischiato qualcosa contro il padrone di casa J.J. Wolf prima di lasciare la miseria di tre giochi al forte serbo Miomir Kecmanovic.
Il bilancio dei precedenti è in perfetta parità (2-2) ma cela al suo interno un dato curioso. Il moscovita, infatti, è riuscito ad imporsi solamente grazie ad un ritiro di Sinner. È successo per la prima volta a Vienna nel 2020, quando l’azzurro dovette abbandonare il campo dopo appena tre game. Due anni dopo la replica al Roland Garros. Qui Jannik fu costretto ad arrendersi per un infortunio al ginocchio nelle battute iniziali del terzo parziale. Nel mezzo, però, anche due splendidi successi dell’italiano, entrambi ottenuti sul rosso rispettivamente in due set ai quarti di finale di Barcellona (2021) ed in tre agli ottavi del Masters 1000 di Montecarlo (2022).
Una cosa è certa: sotto il sole della Florida sarà un quarto turno senza compromessi. I due giocatori, infatti, amano concludere lo scambio in pochi colpi facendo leva sull’estremizzazione della fisicità e sul perenne soffocamento dell’avversario per non ritrovarsi costretti a remare in difesa. Questi valori acquistano risalto ancora maggiore su campi veloci come quelli di Miami. Possedere un servizio e dei colpi d’inizio gioco particolarmente incisivi, infatti, può rappresentare un fattore difficilmente gestibile per l’avversario di turno. Attenzione, tuttavia, ad associare automaticamente il tennis di Sinner a quello di Rublev, simili ma assolutamente non uguali.
Il sovietico, infatti, ha sempre rifiutato l’aggiunta di nuovi elementi nel proprio arsenale tecnico rimanendo ancorato al bruto martellamento da fondocampo con il servizio ed il dritto. L’azzurro, quattro anni di meno sulla carta d’identità, ha capito sin da subito l’importanza di completarsi affidandosi al duo Vagnozzi-Cahill. È innegabile, dunque, come l’altoatesino possegga molte più variazioni rispetto all’avversario. Palla corta, slice di rovescio, gioco a rete, sono tante le soluzioni in più vantate da Sinner per provare a mandare fuori giri il gioco perennemente in spinta del moscovita.
Per farlo sarà indispensabile anche l’aiuto del servizio, sembrato leggermente in appannamento nelle prime due uscite dell’italiano. Seconda palla e dritto, inoltre, saranno determinanti per provare a non dar modo a Rublev di entrare dentro lo scambio e fare male con i suoi fondamentali. Date queste premesse, anche se di poco, è impossibile non dare Sinner come favorito. L’azzurro si sta rendendo protagonista del miglior inizio di stagione della carriera. Ha giocato 22 partite portandone a casa 18, ha disputato 55 set vincendone 42, numeri spaziali per un giocatore di ventuno anni d’età. Anche Rublev non si sta comportando male. I quarti di finale agli Australian Open e la finale a Dubai, però, non possono oscurare del tutto i limiti di un tennista mai realmente applicatosi per migliorarli.
A recitare un ruolo di primo piano sarà anche l’elemento ‘pressione’. Il vincitore avrebbe tantissime chances di accedere al penultimo atto. In un potenziale quarto, infatti, ci sarebbe uno tra lo spilungone olandese Botic Van De Zandschulp oppure il finlandese Emil Ruusuvuori, giocatori di tutto rispetto ma sicuramente ben accetti giunti a questa fase in un torneo così importante. Inevitabile per Sinner, dopo la sconfitta in semifinale ad Indian Wells, il pensiero ad una rivincita contro lo spagnolo Carlos Alcaraz. Per assistere ad un’altra super sfida tra Jannik e l’allievo di Juan Carlos Ferrero, però, ancora tanti tasselli devono incastrarsi.