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La stagione di Jannik Sinner è stata fenomenale. Il numero uno d’Italia ha raggiunto dei traguardi importantissimi e ha dimostrato di essere un grandissimo campione, in grado di salire alla quarta posizione del ranking mondiale e di dominare nel circuito. La prima qualificazione in carriera alle ATP Finals è stata una diretta conseguenza delle ottime prestazioni dell’anno. L’azzurro ha raggiunto la prima semifinale in uno Slam, a Wimbledon, prima di vincere il primo Masters 1000 a Toronto. Ha inoltre collezionato i trofei di Montpellier, Pechino e Vienna, oltre alle finali di Miami e Rotterdam, entrambe perse contro Medvedev, e alle semifinali di Indian Wells e Montecarlo.
Da sottolineare è soprattutto la costanza dimostrata da Jannik, che ha vinto 57 incontri in questa stagione, superando il precedente record azzurro di Corrado Barazzutti (54), di cui ben 43 sul cemento. Contro avversari di alta classifica, poi, Sinner ha dato il meglio di sé: ha ottenuto il 63,6% di vittorie contro top 5 (7 su 11) e il 61,5% contro top 10 (8 su 13). I miglioramenti sono arrivati soprattutto sul piano fisico rispetto agli anni precedenti, ma anche nel gioco sono stati raggiunti notevoli miglioramenti, soprattutto sul servizio: la percentuale complessiva di prime palle in campo è stata del 60,5%, due punti e mezzo più alta del 58% dello scorso anno, quando giocò però una dozzina di partite in meno. Il dato più impressionante è però, forse, quello relativo al tempo medio in campo per partita: dalle 2 ore e 12 del 2022, si è passati a 1 ora e 50. La riduzione del tempo è direttamente proporzionale alla voglia di dominare il gioco e alla capacità di imporsi su gran parte degli avversari.
I magnifici 8
Questa volta non sarà semplice dominare il campo. Si tratta degli otto tennisti migliori al mondo, tutti reduci da grandi fatiche ma tutti pronti a imporsi nell’ultimo torneo della stagione. In realtà, i dati contro gli altri sette partecipanti non sono del tutto confortanti per l’italiano, che ha un bilancio positivo, tra questi, solamente con Rublev (4-2) e Alcaraz (4-3). Contro il russo Jannik si trova perfettamente a proprio agio: è un avversario ideale in virtù di un servizio non decisivo, propensione ai colpi piatti da fondo campo e fatica a imporsi nel gioco a rete; nel 2023 si sono incontrati a Miami e Vienna, ed entrambe le volte l’azzurro è uscito vincitore. Discorso diverso per lo spagnolo, contro cui sta maturando una rivalità che sembra destinata a segnare i prossimi anni: quest’anno si sono sfidati a Indian Wells, Miami e Pechino, la prima vinta da Alcaraz, poi due successi di Sinner.
Gli altri rivali sono quasi dei totem per il nostro portacolori. Novak Djokovic è apparso “umano” solamente lo scorso anno a Wimbledon, quando ha dovuto sudare più del previsto per portare a casa la vittoria; su tre scontri diretti, di cui uno sempre in Inghilterra anche quest’anno, tre volte ha vinto il serbo. Con Tsitsipas il bilancio in carriera è di 2 vittorie e 5 sconfitte, ma nel 2023 sono 1-1, e la vittoria di Jannik è arrivata a Rotterdam, indoor proprio come Torino. Zverev, invece, è un giocatore che l’italiano soffre molto: primo scontro nel 2020 e vittoria a sorpresa di Sinner, che da quel momento ha perso nei quattro successivi incontri, di cui l’ultimo quest’anno a New York. C’è poi Holger Rune, giovanissimo rivale che ha vinto entrambi gli scontri precedenti, uno dei quali nella semifinale di Montecarlo quest’anno. Diverso il discorso con Medvedev, apparso imbattibile nei sei scontri precedenti a Pechino, quando Jannik ha vinto a sorpresa in finale, così come poi a Vienna poche settimane più tardi.
Un’impresa (im)possibile
Jannik ha un enorme vantaggio: gioca in casa e vorrà fare bene davanti al proprio pubblico. A Torino aveva già giocato nel 2021, due partite del round robin in sostituzione di Matteo Berrettini. Ora torna da numero 4 al mondo, con una consapevolezza totalmente nuova e la possibilità di chiudere con un’altra grande prova un’annata da incorniciare. Gli altri sono fortissimi, è vero, ma questo Sinner può giocarsela con chiunque e può aggiungere altri tasselli al proprio percorso di crescita. Se poi non dovesse arrivare il trionfo, non ci sarebbe da rammaricarsi: siamo solo all’inizio di una carriera che ha tutte le carte in regola per farci divertire ancora per molti anni. Sediamoci comodi e godiamoci lo spettacolo.
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