Jannik Sinner arriva al Roland Garros – secondo slam stagionale – da testa di serie numero otto del tabellone e quinto giocatore nella classifica Race 2023. Ma l’azzurro è anche reduce dalla cocente delusione degli Internazionali d’Italia, dove è stato sconfitto negli ottavi di finale a sorpresa dall’argentino Francisco Cerundolo. Ma Roma è già alle spalle e Jannik con il suo team è pronto ad una nuova sfida, come spiega il suo coach Simone Vagnozzi in un’intervista al Corriere dello Sport: “Jannik arriva bene al Roland Garros. Il torneo di Roma non è andato come avremmo voluto, ma le sconfitte fanno parte del processo di crescita. Se vissute e analizzate nel modo giusto, come per il match perso a Roma con Cerundolo, possono essere importanti. Si devono trarre gli insegnamenti giusti affinché queste sconfitte arrivino il meno possibile. Evitarle del tutto è però impossibile. È il tennis”, spiega il tecnico marchigiano al termine del primo allenamento parigino di Sinner, impegnato sul ‘Philippe Chatrier’ con Dominic Thiem.
“Il nostro obiettivo dichiarato di inizio anno non è cambiato – prosegue Vagnozzi -. Arrivare tra i primi 8 della Race per poter partecipare alle ATP Finals 2023 ed oggi è numero 5. Il match perso al Foro Italico contro Cerundolo, per qualcuno, sembra aver cambiato il giudizio sull’intera stagione di Jannik. Rune, che è un signor giocatore, che è un signor giocatore, viene considerato all’improvviso nettamente superiore, quando in realtà Jannik è avanti per punti conquistati in stagione”.
Dopo più di un anno dall’inizio della collaborazione, per Vagnozzi è anche il tempo di tracciare un primo bilancio: “Sono passati circa 17 mesi da quando ho iniziato a lavorare con Jannik e confermo quanto dissi il primo giorno: si tratta di un giocatore ancora in costruzione sotto tutti i punti di vista. È un processo step by step che lo sta portando a migliorare tecnicamente, tatticamente, mentalmente e fisicamente”. Il tecnico entra anche maggiormente nei dettagli tecnici: “Il servizio è migliorato molto e sarà sempre più incisivo, ma non si diventa Ivanisevic da un giorno all’altro. Credo che complessivamente Jannik sappia fare sempre più cose: sa quando eseguire la smorzata, viene più volentieri a rete a chiudere il punto e sceglie al meglio la giocata. In tanti aspetti può e deve ancora crescere tanto; non possiamo pensare che sia arrivato il momento di tirare le somme. Costruire è fondamentale, perché sta inserendo nel proprio tennis tutti dettagli che saranno importanti nel corso della carriera”.
Alcaraz ha già vinto uno slam, è numero uno al mondo, ma Sinner ha dimostrato di poter giocare alla pari e batterlo in più di un’occasione. “Jannik ha il tennis per potersela giocare con tutti e quest’anno, tranne nella finale di Miami a cui è arrivato un po’ ‘cotto’, lo ha ampiamente dimostrato – spiega Vagnozzi -. La differenza è che Alcaraz è numero 1 del mondo. Carlos ha già vinto tanto e, seppur più giovane di Sinner, ha palesato una maggiore esperienza nelle fasi finali dei grandi tornei. Jannik deve continuare per la propria strada, che secondo noi è quella giusta”.
Prosegue anche la collaborazione con l’altro coach Darren Cahill all’interno del team: “C’è bisogno di flessibilità, di dar spazio alle opinioni altrui. Non è semplice, né banale. Darren è una persona di grande esperienza e intelligenza, non abbiamo mai avuto problemi a trovare l’intesa giusta. C’è grande armonia nel gruppo di lavoro e questo ci permette anche di darci un po’ il cambio. Credo sia giusto per Jannik non avere sempre le stesse persone intorno per 45 settimane all’anno. Un po’ di aria fresca è importante”.
Infine, un’analisi sull’imminente slam parigino: “Nadal e Djokovic ci hanno abituato male, mostri sacri non perdevano praticamente mai. Invece oggi le sconfitte arrivano per tutti, è questa la normalità. Sono sicuro che anche nei primi turni qui a Parigi arriveranno delle sorprese. Speriamo Jannik inizi bene e, durante il cammino, capiremo dove potrà arrivare”.