Dopo una prima parte di stagione stellare, Jannik Sinner si appresta ad iniziare la stagione sulla terra rossa con il Masters 1000 di Montecarlo. L’azzurro, numero 2 del ranking Atp, ha parlato in conferenza stampa affrontando diversi temi, a partire dal suo adattamento sulla nuova superficie: “A volte all’inizio si ottengono risultati sorprendenti. La stagione sul cemento è stata molto positiva per me, vedremo cosa potrò fare sulla terra battuta. L’anno scorso ho giocato bene qui a Monte Carlo, poi non così bene. Sarà complicato, è una superficie dove di solito ho problemi, ma non vedo l’ora di tornare e fare meglio. Non è la superficie su cui mi sento più a mio agio, mi sento meglio sul cemento. Ciò non significa che non sia un buon giocatore sulla terra battuta. Ho giocato i miei primi quarti di finale del Grande Slam sulla terra battuta (Roland Garros 2020) e anche i quarti a Roma (2022). L’anno scorso non è stata la mia migliore stagione sulla terra, speriamo di poter fare meglio. Sono fiducioso, ci vuole tempo. Dai 14 ai 20 anni mi sono allenato molto sulla terra battuta“.
Sulle sue aspettative riguardo alla manifestazione, l’altoatesino ha dichiarato: “Adoro questo torneo. Vivo qui da quando avevo 18 anni, mi alleno qui. È un ambiente fantastico, ci sentiamo al sicuro, fa bene alla privacy. Ci sono tante palestre, campi in terra battuta, anche tanti giocatori con cui allenarsi. Durante il torneo ci sono tanti italiani tra gli spettatori, e anche per questo adoro giocare qui. Le aspettative non sono troppo alte perché è l’inizio della stagione sulla terra battuta, ma l’obiettivo è essere preparati per il Roland Garros e per le Olimpiadi. Prendiamo questa settimana come un allenamento, sperando che ci sia più di una partita“. A proposito dei Giochi Olimpici l’azzurro ha aggiunto: “Sono in cima alla lista, sarà la mia prima esperienza e sarà interessante vedere cosa succede“. Infine sulla sua condizione fisica Sinner ha concluso: “Non sollevavo molti pesi in passato, è pericoloso per il corpo quando cresci. Quando ero più giovane ero fisicamente impreparato rispetto ai miei coetanei. Avevano più forza fisica di me, ma l’ho preso come un fatto positivo, perché è così che impari a giocare a tennis. Serve più sincronizzazione, sapersi muovere. Questo mi ha aiutato a diventare il giocatore che sono. Adesso vado di più in palestra, spendo più tempo lì che non in campo“.