Poco più di due settimane dopo aver conquistato a New York il suo 2° titolo Slam, portando con se una striscia aperta di dodici vittorie consecutive, Jannik Sinner fa il suo ritorno a Pechino, lì dove in un certo senso tutto era iniziato dodici mesi fa. Il campione di Sesto Pusteria si presentò alla scorsa edizione del torneo ATP 500 cinese da numero sette al mondo e testa di serie numero sei dopo un’estate in cui era arrivato il primo titolo ‘1000’ a Toronto ma anche una cocente eliminazione agli US Open per mano di Zverev e le inutili polemiche montate in Italia sulla sua rinuncia alla Coppa Davis. A Pechino, però, scattò qualcosa: un po’ di sofferenza all’esordio contro Evans, poi due games lasciati a Nishioka, un’altra vittoria al terzo set contro Dimitrov e infine l’uno-due Alcaraz/Medvedev in semi e finale, con tanto di prima affermazione ai danni del tennista russo.
I risultati ottenuti da allora a oggi non serve ricordarli, con Jannik che si presenta per la difesa del titolo da n°1 al mondo indiscusso e anche con un paio di innesti nel suo team, dato che in Cina – insieme a Simone Vagnozzi – sono volati anche il nuovo preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio. Nella capitale cinesesi ripropone la sfida contro lo spagnolo e il russo, rispettivamente seconda e terza testa di serie del torneo. Il sorteggio, questa volta, li ha posti dall’altro lato del tabellone, per cui – eventualmente – dovrà essere sconfitto soltanto uno dei due e solo in finale. Ma Jannik è noto per procedere step by step, ragion per cui i pensieri sono soltanto rivolti all’esordio di giovedì mattina (terzo match dalle 05:00 italiane) contro Nicolàs Jarry.
Se Sinner arriva a questo match in striscia positiva da dodici incontri, Jarry si trova invece quasi nella situazione opposta, avendo la scorsa settimana a Chengdu interrotto una striscia di sconfitte che era arrivata a sette. Record abbastanza curioso, considerando che il periodo negativo si era aperto con il ko nella finale degli Internazionali d’Italia contro Zverev, ovvero il miglior risultato fin qui ottenuto in carriera. Invece che ricevere una spinta da esso, il 28enne dal torneo successivo ha inanellato sconfitte contro Moutet, Shapovalov, Popyrin, Etcheverry, Musetti e O’Connell prima di sbloccarsi pochi giorni fa contro Klein. Soddisfazione durata poco, data la sconfitta patita da Kachmazov nel round successivo.
Abbastanza curioso notare come il cileno sia inoltre uno dei pochissimi giocatori al mondo a poter vantare un h2h positivo nei confronti dell’altoatesino. Un precedente che vale quel che vale, ossia poco. Era il 2019 e il primo torneo sull’erba di Jannik, che superò le qualificazioni a s’-Hertogenbosch prima di arrendersi con il punteggio di 7-6(4) 6-3 nel primo turno del main draw al tennista nativo di Santiago del Cile.