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Un finale di stagione da ricordare ha portato Jannik Sinner al n°4 del mondo, a giocarsi la finale delle ATP Finals di Torino e soprattutto al trionfo in Coppa Davis che mancava da 47 anni per l’Italia. Ma dietro il successo del tennista altoatesino c’è quasi un anno e mezzo con il team che vede in Simone Vagnozzi e Darren Cahill due figure fondamentali. Il ‘supercoach’ australiano è entrato in squadra per affiancare il tecnico marchigiano: “Affinché due allenatori lavorino bene insieme è necessario, prima di tutto, che siano disposti a collaborare, a inserire delle regole e a sostenersi a vicenda. E così è stato. Simone è la prima voce, il ‘main coach’, ed è per me un onore lavorare al suo fianco. Credo
che Vagnozzi sia stata per Jannik manna dal cielo, perché tecnicamente è uno dei coach più
preparati che abbia mai conosciuto.Credo che tra 20 o 30 anni ne parleremo come di uno dei migliori coach del circuito”, dice Cahill in un’intervista al Corriere dello Sport.
Prima di Vagnozzi e Cahill, però c’era Riccardo Piatti: “Riccardo ha costruito le basi di Jannik portando avanti un lavoro incredibile”, ammette il coach australiano. “Ho però allenato tanti giocatori – prosegue – e a volte è bello avere a che fare con una nuova voce, opinioni diverse, un paio di nuovi occhi. Una rinnovata ispirazione e direzione. Magari fra tre anni Jannik avrà bisogno di nuovi stimoli e sceglierà un altro allenatore. Il cambiamento spesso è importante per il tennista professionista. Credo che Jannik sia destinato a grandi traguardi a prescindere dai suoi coach, è palese agli occhi di tutti”.
Nel 2023 è arrivato il primo Masters 1000 e con esso tanti altri traguardi già citati. Risultati arrivati grazie a progressi tecnici e non solo: “L’aspetto che ha migliorato maggiormente direi che è lo slice di rovescio, con cui ha lavorato a lungo con Simone in questi mesi. È un aspetto tecnico che gli ha permesso di sfruttare ancor di più la sua arma principale: il dritto. Uno dei fondamentali più incredibili che abbia visto in tutta la mia carriera”. A questo punto l’obiettivo non può che essere un torneo dello Slam: “Sono fermamente convinto che Jannik vincerà uno Slam, questo è l’obiettivo. Non so quando, ma ne è capace. Serve resilienza, fiducia e anche un pizzico di fortuna. Le sue potenzialità non hanno limiti. Noi dobbiamo essere bravi a non mettergli pressione”, precisa l’ex coach di Agassi e Simona Halep, tra gli altri.
Un 2024 importante e che inizierà già a breve con la preparazione: “Jannik si prenderà un po’ di meritato tempo libero, una dozzina di giorni, perché sono stati mesi estenuanti. Non giocherà la prima settimana di tornei in Australia. La preparazione verrà svolta in Spagna per 2/3 settimane: prima la parte fisica con Umberto Ferrara e poi quella tecnica con Simone. Giocherà un paio di match al Kooyong Classic, un’esibizione molto competitiva e utile che si svolge a Melbourne prima degli Australian Open”. E dopo il trionfo in Coppa Davis, un altro appuntamento in maglia azzurra è già segnato sul calendario: “I Giochi Olimpici rappresentano una priorità assoluta di Jannik, che ama giocare per l’Italia. Le Olimpiadi sono già nella nostra agenda”, fa sapere Cahill.
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