Numero uno contro numero due: la classifica ci dice che non avremmo potuto desiderare una finale migliore per aprire il 2025 dei tornei dello Slam. Agli Australian Open non sarà quindi uno tra Novak Djokovic ee Carlos Alcaraz – come magari veniva pronosticato alla vigilia – a tentare il colpaccio contro Jannik Sinner, bensì Alexander Zverev. Da un lato il campione in carica, a caccia del suo terzo major nell’arco di dodici mesi; dall’altro un oro olimpico, sette volte vincitore a livello Masters 1000 e con due titoli alle ATP Finals, ma ancora a secco di Slam con due sconfitte in altrettante finali. Chi sia il favorito è chiaro a tutti, ma gli ultimi dodici mesi del tedesco, la forma mostrata in queste due settimane a Melbourne e soprattutto i precedenti scontri diretti ci dicono di procedere con cautela nell’analisi del match.
LO SFIDANTE: ALEXANDER ZVEREV
Dopo il tremendo infortunio patito a Parigi nel 2022 e un 2023 in cui progressivamente si è riaffacciato a buoni livelli sul circuito, Sascha si è reso protagonista di una stagione 2024 che gli ha permesso di rientrare nell’elité tennistica: una finale Slam a Parigi, una semifinale a Melbourne, due titoli Masters 1000 vinti. E la nuova annata pare averla iniziata con lo stesso piglio, anzi forse anche con un briciolo di consapevolezza in più.
Un carriera in cui di fatto ha già vinto tantissimo e alla quale manca all’appello solo quell’agognato titolo Slam. La tremenda sconfitta subita contro Dominic Thiem a New York ormai più di quattro anni fa probabilmente farà ancora capolino nella tedesca del tedesco questa notte, a poche ore dalla finale. Ma, come lo scorso anno al Roland Garros, se da un lato l’avversario parte decisamente con i favori del pronostico, dall’altro potrà scendere in campo con nulla da perdere, senza magari avvertire troppo la tensione del momento.
Un passo in avanti, però, c’è già stato: se fino a poco tempo fa era solito consumare tante energie nei primi turni, in partite che avrebbe dovuto controllare agilmente, arrivando poi a corto nelle fasi finali, ora Zverev sembra molto più in controllo con tutte le conseguenze (positive) del caso. A questa finale ci arriva avendo perso solo un paio di set nel corso del torneeo, contro Ugo Humbert agli ottavi e soprattutto contro Tommy Paul nei quarti, quando lo statunitense avrebbe anche potuto allungare il match se non avesse tremato in diversi momenti decisivi.
IL CAMPIONE IN CARICA: JANNIK SINNER
Non che abbia faticato molto di più Jannik Sinner, che come spesso ormai gli capita gestisce le sue forze nell’arco delle due settimane per poi alzare il livello quando necessario. Anche il numero uno al mondo ha perso due set, contro Schoolkate e contro Rune, ma ciò che preoccupa forse di più sono le condizioni fisiche. Il malanno patito in occasione del match con il danese potrebbe anche aver lasciato qualche strascico e l’essere stato costretto a chiamare un paio di volte il fisioterapista nel terzo set di semifinale con Shelton per un principio di crampi da questo punto di vista non è un gran segnale se la finale dovesse andare per le lunghe.
Ma dal punto di vista mentale sono enormi i progressi fatti nel corso degli anni anche nel gestire i fastidi nel corso di una partita. L’allievo di Darren Cahill e Simone Vagnozzi è diventato un campione in ogni aspetto che può determinare l’esito di una sfida e a differenza di dodici mesi fa – dove mise a segno una gran rimonta partita proprio dalla testa – ci arriva a questo match con una gran dose di esperienza accumulata. “Abbiamo avuto delle partite molto difficili in passato. Tutto può succedere”, ha detto Sinner, quando gli è stato chiesto cosa pensasse di affrontare Zverev. “È un giocatore incredibile. Sta cercando il suo primo trionfo Slam. Ci sarà ancora molta tensione, ma sono felice di trovarmi in questa posizione. La domenica è sempre un giorno speciale nei tornei e mi divertirò”.
GLI SCONTRI DIRETTI
Ecco, Sinner ha parlato di partite molto complesse in passato. Quasi tutte sfide molto equilibrate, con Sinner che ha vinto la prima e l’ultima partita giocata finora dai due, perdendo però le quattro nel mezzo. Una vittoria per parte sulla terra battuta, poi 1-0 in favore del tedesco indoor e 2-1 sempre per Zverev sul cemento all’aperto. Entrambe le vittorie sono arrivate sull’Arthur Ashe di New York, la prima in tre set nel 2021, la seconda due anni dopo in un’incredibile sfida che lasciò l’amaro in bocca e persa a notte fonda dall’azzurro per 6-3 al quinto parziale di gioco. Infinita anche l’ultimo scontro diretto, quello giocato a Cincinnati la scorsa estate in semifinale, in questo caso con vittoria di Jannik con il punteggio di 7-6(9) 5-7 7-6(4). Erano i giorni in cui il classe ’01 di Sesto Pusteria era impegnato con le udienze relative al caso Clostebol, ma questo lo avremmo scoperto solo nei giorni successivi. Intanto lui vinceva delle maratone in campo e poi anche il titolo…