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“A me viene naturale tirare forte quando il punto che conta. Paura? Mi capitava di provarla, un pochino, quando mi buttavo giù dalla montagna con gli sci, in discesa libera. Nel tennis no. Nei punti decisivi esce il vero carattere di un giocatore. Il servizio è il colpo su cui devo lavorare, lo so. Ora servo già un po’ più forte, è bastato intervenire su qualche piccolo dettaglio, contro Carreno Busta a Miami ad esempio ho fatto 15 ace e non mi era mai capitato. Ma ci sono altre cose, come il tocco di palla, lo slice di rovescio o le smorzate. Devo allenarle, non puoi giocarle solo in partita, anche se non saranno mai il mio punto forte“. Queste sono le recenti dichiarazioni di Jannik Sinner, intervistato da ‘La Stampa’, nel contesto dell’inizio della stagione sulla terra rossa. Il tennista italiano è il secondo giocatore con miglior ranking tra gli atleti azzurri, dietro al solo Matteo Berrettini, e risulta particolarmente ambizioso per l’annata attualmente in corso. Oltre un auto-descrizione riguardante l’atteggiamento in campo, Sinner si è brevemente soffermato anche su alcuni suoi limiti e come…limitarli.
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