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Jannik Sinner e Nick Kyrgios si sono solamente sfiorati fino ad oggi. Il loro unico incontro sul tour risale al primo turno dello scorso torneo di Washington ma il tabellone era quello del doppio. L’altoatesino, insieme all’amico Sebastian Korda, inflisse un doppio 6-4 alla strana coppia formata dall’australiano e dall’americano Frances Tiafoe. I demeriti di questo incrocio (troppo) tardivo sono da imputare al giocatore aussie, per cui il tennis non ha rappresentato esattamente la primaria attività soprattutto dopo lo scoppio della crisi pandemica. Questa sera, però, il contesto è di quelli seri: ottavi del Masters 1000 di Indian Wells con vista su un possibile quarto di finale contro Rafael Nadal (sempre che lo spagnolo riesca a battere un Reilly Opelka in grandissimo spolvero).
Si affrontano due giocatori opposti sia dal punto di vista tecnico sia da quello caratteriale e ciò non può che aggiungere ulteriore curiosità intorno all’appuntamento. Tanto più che il nativo di Canberra sembra tutto tranne uno che si è presentato in vacanza all’Indian Wells Tennis Garden. Ne sanno qualcosa i due argentini Baez e Delbonis ed il norvegese Casper Ruud (numero otto del mondo), annichiliti uno dopo l’altro da Kyrgios, presente in California grazie ad una wild-card. L’australiano deve ancora perdere un turno di servizio da quando ha messo piede nel deserto americano (sono 9/9 le palle break salvate fino ad ora).
Elevatissima anche la percentuale di punti vinti con la seconda palla, sintomo di un tennista che anche durante lo scambio è tranquillo e può fare la differenza. Del resto questa serenità traspare anche fuori dal campo. Il suo volto sembra rilassato, quello di uno che pare aver trovato un ambiente più che confortevole per esprimere tutto l’arsenale di cui (da sempre) dispone. Anche lui adesso sa benissimo che l’asticella si alza. “Sinner è un giocatore infernale”, questo il suo commento in conferenza stampa dopo il match portato a casa contro Ruud.
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L’azzurro arriverà sicuramente più stanco a questo incontro rispetto al suo avversario. Non scordiamoci che l’altoatesino è giunto ad Indian Wells direttamente dopo la logorante sfida contro la Slovacchia in Coppa Davis. Questa spossatezza è affiorata in particolare durante il secondo turno contro il francese Bonzi. Qui Jannik ha avuto bisogno di un medical time-out e di una pepsi rigenerante per venire a capo di un match complicatissimo. Questo Masters 1000, inoltre, rappresenta anche il secondo torneo della gestione Vagnozzi, che ha sostituito da poche settimane Riccardo Piatti nel box dell’italiano.
In California è arrivato quindi un Sinner in costruzione, che sta cercando di aggiungere nuovi elementi al suo tennis. Il processo è ovviamente lungo e non privo di insidie. Quello che fa ben sperare (anche con il nuovo coach) è il suo rifiuto della sconfitta nonostante le condizioni fisiche e tecniche non siano quelle ottimali. Lo ha manifestato a Dubai contro Davidovich Fokina. Lo ha dimostrato nuovamente in Slovacchia contro Gombos ed Horansky ribandendolo forte e chiaro anche la scorsa notte contro Bonzi. Contro il Kyrgios ammirato in questi giorni, però, la sensazione è che serva qualcosa in più per andare avanti.
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