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Sinner a Shanghai punta il terzo ‘1000’ stagionale e ritrova Djokovic dopo quasi 9 mesi

Jannik Sinner
Jannik Sinner - Foto Zhang Haohao/IPA

Dieci giorni dopo la finale di Pechino persa per mano di Carlos Alcaraz, Jannik Sinner ha una nuova opportunità di titolo, questa volta nel Masters 1000 di Shanghai. Dall’altro lato della rete ritrova Novak Djokovic, avversario che ha in un certo qualsenso accompagnato l’esplosione ad altissimi livelli di Jannik a cavallo tra il 2023 e il 2024 con i molteplici scontri diretti tra ATP Finals, Coppa Davis e Australian Open, ma che da allora non ha poi più incrociato la racchetta con il tennista italiano.

D’altronde per Novak è stato un 2024 sui generis, con poche soddisfazioni sul circuito ma allo stesso tempo la “liberazione” di essere riuscito a conquistare l’oro olimpico a Parigi. Questa è soltanto la terza finale stagionale per il campione di Belgrado, che oltre alla vittoria ai Giochi ha in bacheca la sconfitta contro Alcaraz sull’erba di Wimbledon. Differenza sostanziale rispetto allo scorso anno, quando le finali furono in totale otto con sei titoli, di cui 3 tornei dello Slam. Insomma, il cambio della guardia al vertice che da tanto si attendeva è arrivato ed è stato guidato da Jannik e Carlitos, ma il serbo qualche asso della manica ha dimostrato di avercelo ora.

In questa settimana in Cina – dove mancava addirittura dal 2019, ha messo in mostra un buon livello di tennis sin dal round d’esordio e in semifinale è stato ai limiti della perfezione nel primo set e mezzo contro Taylor Fritz. Ciò che è cambiato, però, rispetto al recente passato, è un fisico che in questi mesi sembra accusare decisamente più problemi specialmente sulla lunga distanza ed è accaduto anche nell’ultimo match, con lo statunitense colpevole di non essere riuscito a portare la contesa al terzo set contro un avversario il cui livello era calato e non di poco, con tanto di medical time-out per ricevere un trattamento dal fisioterapista. La testa è invece sempre quella del 24 volte campione Slam e in certe circostanze emerge tutta la differenza rispetto alla quasi totalità della concorrenza. E le motivazioni non mancano, con Nole che a Shanghai cerca il 100° titolo della carriera e sarà senz’altro desideroso di prendersi qualche rivincita nei confronti di Sinner, il quale è ancora sotto 4-3 negli scontri diretti, ma si è aggiudicato tre delle ultime quattro sfide. Se la prima, arrivata nel round robin delle ATP Finals, è stata vendicata poi in finale dal serbo, quelle di Malaga e Melbourne, per motivi diversi, senz’altro non le ha dimenticate.

Sinner, dal canto suo, aggiunge altri numeri e record a un 2024 memorabile. Con il successo su Machac si è come prima cosa assicurato di essere n°1 del mondo a fine anno con tanto di cerimonia in casa durante le Finals. Ottava finale nel corso dell’anno solare, la terza in un Masters 1000 dopo quelle vinte a Miami e Cincinnati rispettivamente contro Dimitrov e Tiafoe. Ecco, questo potrebbe essere – se vogliamo – un po’ il sassolino da togliersi in quest’atto conclusivo in programma domenica alle 10:30 italiane. Fin qui non ha mai vinto ATP 500, Masters 1000 o Slam sconfiggendo in finale uno tra Alcaraz e Djokovic. Nessuna colpa, sia ben chiaro, anche perché molto semplicemente non c’è stata occasione a parte proprio la finale di Pechino della scorsa settimana. Ma, a maggior ragione dopo il ko patito per mano dello spagnolo, è innegabile che vincere questo titolo contro Djokovic avrebbe un sapore diverso. Per Jannik innanzitutto, ma anche per i suoi tifosi e chissà, anche per Marco Panichi e Ulises Badio, ex team Nole ora alla corte di Jannik. Gli intrecci non mancano per questa finale tutta da godere.

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