Sara Errani ha sempre sognato in grande, ma un 2024 così va forse anche oltre quelli più arditi. Una lunga risalita, una determinazione e passione per il tennis che hanno pochi eguali sul circuito l’hanno portata invece a 37 anni alla conquista di una medaglia d’oro olimpica e di un altro titolo dello Slam, a dieci anni di distanza dall’ultimo. “Non dormivo la notte, avevo un’ansia pazzesca. Ho sopportato quel lungo periodo grazie alla mia testardaggine. Adesso che ho realizzato tutti i miei sogni posso dirlo: sono fiera di me stessa”, ammette ‘Sarita’ in una lunga intervista al Corriere dello Sport a firma Alessandro Nizegorodcew.
“Dentro di me sentivo che avrei potuto superare tutte le difficoltà, i risultati non arrivavano ma ero consapevole di poter ritrovare la felicità in campo e, di conseguenza, le vittorie. Il tennis, per me, è sempre stato amore e non avrei potuto terminare la carriera in malo modo, come era accaduto a Dementieva e Coria, incapaci di superare le difficoltà al servizio. Ho ritrovato la spensieratezza, la voglia di divertirmi”, riflette la classe ’87 ripensando ai momenti più difficili, gli anni in cui ha dovuto ricominciare dai tornei ITF, fuori dalle prime 300 della classifica mondiale, in seguito alla vicenda doping da cui è uscita pulita dopo un lungo e soprattutto estenuante iter.
A Parigi, in coppia con Jasmine Paolini, è arrivato un oro olimpico che Sara inseguiva da sempre e l’azzurra non ha impiegato molto per realizzare quanto accaduto sul Philippe Chatrier: “No, io l’ho realizzato subito (ride; ndr). Ci tenevo talmente tanto, così come Pablo (Lozano, il suo coach dal 2005; ndr). È stato un momento stupendo già dopo la vittoria in semifinale, a medaglia assicurata”, racconta. Una vittoria al supertiebreak nell’atto conclusivo contro Mirra Andreeva e Diana Shnaider, ma il match che ha svoltato il cammino delle due azzurre è stato probabilmente quello in ottavi contro il duo di casa composto da Caroline Garcia e Diane Parry: “Credo che, col senno di poi, sia stato il match decisivo di tutto il torneo. Jasmine aveva perso contro la Schiemdlova un match combattutissimo sotto un sole cocente, negli spogliatoi era stanca e delusa; ha fatto uno sforzo disumano per giocare quel doppio, credo che in parte lo abbia fatto più per me che per se stessa. Sapeva quanto ci tenessi. Il clima sul campo 7 è stato infuocato: il pubblico francese aveva iniziato a urlarci i ‘buu’ già dal riscaldamento”.
Un 2024 che ha visto Sara trionfare anche al Foro Italico, sempre con Paolini, ma anche due settimane fa a New York nel misto con Andrea Vavassori: “L’intesa con ‘Wave’ è stata forte già da Wimbledon. In quella circostanza ci siamo conosciuti meglio, allenandoci spesso insieme. La vittoria a New York è stata bellissima, giocheremo insieme anche agli Australian Open”. Non è finita qui, con all’orizzonte le WTA Finals in Arabia Saudita, la Billie Jean King in cui tornerà a vestire la maglia azzurra e – come si è già inteso dall’aver programmato il torneo di Melbourne con Vavassori – un altro anno sui campi da tennis: “Avevo pensato che il 2024 potesse essere il mio ultimo anno, che avrei partecipato all’Olimpiade e avrei smesso. Ma mi sto divertendo tanto, poi Jas non mi permette di ritirarmi. Per adesso ho in programma un altro anno, in cui dovrò capire come gestire singolare e doppio. A New York ho disputato tre tornei, compreso il misto, ed ero un po’ al limite fisicamente”.