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La nuova campionessa del torneo di Wimbledon è Elena Rybakina, tennista russa nata e residente a Mosca che ha potuto prendere parte all’evento in quanto gioca da anni per il Kazakistan. La classe 1999 non ha sentito la pressione della sua prima finale slam ed ha sconfitto in rimonta Ons Jabeur, anche lei alla prima finale slam, conquistando il titolo più prestigioso della sua carriera. Una vittoria per nulla casuale che segna la rivincita di Elena, quasi costretta a lasciare la sua Russia – tennisticamente parlando – per avere la possibilità di proseguire la sua carriera grazie agli aiuti – finanziari e non solo – che le ha messo a disposizione il Kazakistan. Il set perso in finale è stato appena il secondo in tutto il torneo per Rybakina, che di giocatrici forti nel suo percorso ne aveva affrontate eccome; basti pensare a due campionesse slam come Andreescu e soprattutto Halep, ma anche Tomljanovic, Zheng e Martic. La vera arma in più di Elena è stata però il servizio e in particolare gli aces scagliati. Attualmente guida la classifica stagionale con 253 ed è l’unica ad averne messi a segno più di 200.
Forse non sarà la campionessa che tutti speravano, il tifo era in gran parte per Jabeur, e l’esultanza moderata dopo una vittoria così prestigiosa non ha fatto altro che rafforzare quell’alone di ragazza di ghiaccio. La verità è che Rybakina non se l’aspettava, era davvero incredula ed anche nelle foto con il trofeo si percepisce un certo senso di spaesamento. Il momento in cui si è sciolta è stato in conferenza stampa, specialmente quando ha parlato dei suoi genitori “Sarebbero stati molto orgogliosi” (non sono potuti entrare in Inghilterra perché non gli è stato concesso il visto). Inevitabile qualche lacrima ed una conseguente frecciata ai giornalisti: “Ecco le emozioni che volevate”. Indipendentemente da ciò, l’impressione è che il circuito Wta abbia trovato una nuova protagonista, pronta ad imporsi nella seconda parte di stagione. Sicuramente la mancata assegnazione dei punti non la aiuta, rendendo praticamente inutile questa vittoria in termini di classifica; vincere Wimbledon però non può essere “inutile” e, oltre a tutto ciò che comporta, è inevitabile che un risultato del genere giovi al morale ed alla fiducia.
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In ogni finale, così come un vincitore c’è anche uno sconfitto. In questo caso si tratta di Ons Jabeur, che si è fermata ad un solo set dal titolo, interrompendo a 11 la sua striscia di vittorie consecutive (tutte sull’erba). Ovviamente c’è l’amarezza, il rammarico e tanti altri sentimenti negativi che non possono (e non devono) far passare in secondo piano lo splendido cammino della tunisina. Jabeur ha infatti battuto record su record, diventando la prima tennista africana a riuscire in tante imprese (come ad esempio a giocare una finale slam) e confermandosi tra le migliori giocatrici in circolazione. Oggi dopo un buon primo set si è spenta, ma se continua a giocare così è probabile che in futuro avrà altre occasioni di portare a casa uno slam. Forse bisognerà attendere proprio il prossimo Wimbledon, fatto sta che d’ora in poi Jabeur sarà tra le favorite per arrivare fino in fondo ad ogni torneo che disputerà e – non che prima non lo fosse – sarà osservata ancora più attentamente. Nonostante la sconfitta, poi, Jabeur si conferma una grande persona ed invece di rimuginare sull’accaduto si congratula con l’avversaria cercando di guardare il lato positivo. Ma soprattutto rimane sé stessa, nel bene e nel male, essendo sempre molto spontanea e originale. Una tennista così non perde mai, una donna così non perde mai (nella vita). Oggi, però, ad essere incoronata regina di Wimbledon è stata Rybakina, la cui carriera sarà diversa già a partire da domani ed il cui nome resterà per sempre nell’albo d’oro del torneo più prestigioso di tutti.
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