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Il day 3 del Roland Garros si chiude con l’amaro in bocca per l’Italia. Lorenzo Musetti ha preso a pallate per quasi due ore Stefanos Tsitsipas prima di subire la grande reazione del greco, che di rabbia si è preso il secondo turno. L’azzurro ha dimostrato ancora una volta di avere tutto per giocarsela con i migliori. Per larghi tratti è riuscito a far sembrare monocorde il gioco dell’ellenico, che si presentava alla sfida da campione di Montecarlo e finalista di Roma.
E’ chiaro che manca qualcosa soprattutto dal punto di vista fisico per competere sui cinque set contro questi avversari. Impossibile non aver pensato all’incontro dell’anno scorso contro Novak Djokovic in ottavi di finale guardando la partita di stasera, un match caratterizzato dagli stessi tratti di epicità ed allo stesso tempo amarezza per un traguardo che alla fine non è mai stato veramente ad un passo nonostante il doppio set di vantaggio.
CAPITOLO ITALIA – Jannik Sinner ha fatto l’esordio che doveva mettere in pratica contro un giocatore come l’americano Fratangelo. Ormai uno del suo status ha l’obbligo di entrare in un torneo così importante in questo modo, conscio di dover sbrigare subito la pratica in vista delle tappe successive. Molto bella anche la vittoria di Lorenzo Sonego, che ha sfruttato al meglio la trentaduesima testa di serie. Il torinese era favorito contro il tedesco Gojowczyk e lo ha ribadito sin dal primo quindici. Pur non avendo ottenuto risultati strabilianti nelle ultime settimane, la stagione sul rosso sta certificando sempre di più il superamento di un momento buio, quanto meno a livello di prestazioni.
E’ quello che sta provando a fare anche Marco Cecchinato. Dopo aver rotto il ghiaccio a Ginevra, il siciliano è partito con una rimonta da due set sotto in un torneo che conosce sin troppo bene. Il suo unico successo da una situazione di svantaggio da una situazione di questo tipo è arrivato proprio al primo turno di quell’edizione 2018 che lo vide poi arrivare fino ad una clamorosa semifinale. Al prossimo turno troverà il polacco Hurkacz, spaventoso al servizio questo pomeriggio contro l’esordiente Giulio Zeppieri. Il romano ha messo in luce una volta di più tutti i progressi delle ultime settimane. Peccato soprattutto per il sorteggio in un tabellone dove avrebbe potuto certamente levarsi più soddisfazioni visto l’attuale stato di forma.
Tra le donne è arrivato il buon successo di Camila Giorgi. Quest’ultima ha mostrato la solita altalenanza ma alla fine è riuscita ad avere la meglio contro la cinese Zhang, giocatrice da sempre poco a suo agio sulla terra battuta. E’ ovvio che servirà un salto di qualità al prossimo round contro la kazaka Putintseva, tennista che per caratteristiche può rappresentare più di un ostacolo per il gioco molto monocorde della marchigiana. C’è da rompere soprattutto il tabu delle due vittorie consecutive. Tralasciando la Billie Jean King Cup, infatti, non le mette a segno addirittura dagli Australian Open dello scorso gennaio. Non è andata bene, infine, a Jasmine Paolini, che nel suo recupero dopo la pioggia non è riuscita a sconfiggere la rumena Begu, impostasi dopo un durissimo super tie-break.
IL GRANDE JOE – La terza giornata del Roland Garros, però, sono soprattutto le lacrime di Joe Wilfried Tsonga. Quest’ultimo, in un Philippe-Chatrier colmo di riconoscenza ed amore, ha detto addio al tennis giocato. Se, dopo mesi di scarso allenamento a causa dei problemi fisici, il suo intento era quello di ben figurare in quella che purtroppo si è rivelata l’ultima apparizione, si può dire che il suo lo ha fatto ed anche molto di più. Basti pensare che il francese ha servito per trascinare al quinto set un certo Casper Ruud, numero otto del mondo e reduce dal trionfo di Ginevra appena quattro giorni fa.
Qui però un dolore lancinante alla spalla gli ha impedito di terminare la partita come chiunque avrebbe desiderato per un giocatore amato da sempre per il suo modo d’interpretare il gioco. Un sorriso contagioso ha sempre fatto da contraltare a dei colpi quasi da boxeur, lui che da sempre viene paragonato nei tratti a Muhammad Ali. L’abbraccio finale di amici e colleghi sulle note della Marsigliese è stato il tributo più naturale per una persona che sicuramente avrebbe meritato qualcosa in più durante questo viaggio.
GLI ALTRI – Daniil Medvedev (ormai non è un segreto) la terra rossa proprio non la digerisce. Forse neppure lui si aspettava un esordio così ben fatto contro l’argentino Bagnis, stordito da un triplice 6-2. Il russo si è calato molto bene nella parte, aiutato anche da una superficie che, a detta sua, non è poi così lenta. L’analisi del moscovita è stata molto matura: “Qui al Roland Garros non posso pensare troppo al mio avversario ma devo concentrarmi su di me”. L’apparente calma olimpica di Medvedev non ha contagiato il connazionale Andrey Rublev, apparso decisamente nervoso durante il suo match contro il sudcoreano Kwon. Dopo aver perso il tie-break del primo set ha perso completamente le staffe tirando una pallata violentissima che per poco non ha colpito in pieno volto uno dei ragazzi addetti al campo.
L’episodio, oltre sicuramente a colpirlo (in conferenza sono arrivate le sincere scuse), lo ha fatto svegliare anche tennisticamente visto l’andamento dei successivi tre parziali. Chi invece è ormai una certezza è Holger Rune. Il giovane danese si è reso protagonista di un esordio da giocatore consumato contro uno Shapovalov decisamente troppo poco consistente di fronte ad uno che ben presto vedremo nelle primissime posizioni. Il canadese dispone chiaramente di un arsenale troppo vasto, che molto spesso lo porta a prendere delle scelte avventate, a volte inspiegabili. Difficile chiedere la continuità di un Nadal o un Djokovic ad un giocatore che (a questo punto bisognerà abituarsi) è destinato ad essere uno da exploit.
LE ALTRE – Il tabellone femminile ha emesso qualche verdetto importante in questa terza giornata di gare al Roland Garros. Paula Badosa è certamente una delle avversarie più accreditate della polacca Swiatek. Impressionante l’esordio della spagnola contro la transalpina Ferro, alla quale ha lasciato solamente due giochi. Non si può dire altrettanto di Simona Halep, Karolina Pliskova ed Aryna Sabalenka. Se per la rumena e la ceca ci può essere l’incognita fisica in una stagione fin qui poco continuativa da quel punto di vista, lascia ancora molti dubbi il gioco della biellorussa.
Appena trova un’avversaria che riesce a farla pensare un po’ di più, ecco che arrivano i problemi. Da sottolineare, infine, i successi delle veterane francesi Alizè Cornet e Caroline Garcia rispettivamente contro la giapponese Doi e la statunitense Townsend. La Francia può sicuramente gioire in questi primi due giorni di Roland Garros, in cui le proprie storiche certezze si sono fuse alla perfezione con la freschezza di Parry, Jeanjean e Jacquemot, le tre giovani terribili che ieri si sono issate al secondo turno.
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