Secondo appuntamento con “Match of the day”, la rubrica quotidiana che ha ad oggetto la partita più avvincente andata in scena al Roland Garros. Quest’oggi protagoniste Samantha Stosur e Lucie Safarova, due ex finaliste del torneo, che il tabellone ha messo di fronte in un beffardo terzo turno. L’australiana disputò la finale sei anni fa, nell’edizione del 2010. Da testa di serie numero 7, si rese protagonista di una scalata leggendaria, durante la quale sconfisse Justine Henin negli ottavi di finale, Serena Williams in un epico quarto di finale vinto 8-6 al terzo, e Jelena Jankovic, dominata in semifinale dall’inizio alla fine (lasciò appena tre giochi alla serba, allora numero 4 del mondo). Tutti ricordiamo con piacere l’esito della finale, e i baci di Francesca Schiavone alla terra del Philippe Chatrier. Una grossa delusione per la Stosur, che in quell’incontro veniva indicata dai più come evidente favorita. Non poteva ancora sapere che da quella sconfitta avrebbe tratto le motivazioni per un epico 2011, il miglior anno della sua carriera, col best ranking (numero 4) e il tanto desiderato primo (e al momento unico) titolo Slam a Flushing Meadows. Occorre uno sforzo di memoria inferiore per ricordare la finale di Lucie Safarova. Lo scorso anno, la ceca si spinse fino all’ultimo atto del torneo da testa di serie numero 13, senza cedere un set nelle prime sei partite (nelle quali sconfisse anche Sharapova e Ivanovic). Nella finale contro Serena Williams si trovò sotto di un set e due break, per poi vincere miracolosamente il secondo parziale al tie break e condurre 2-0 nel terzo. Lì svanì il sogno. Serena conquistò gli ultimi sei giochi e così il torneo. Resta comunque l’apice della carriera della 29enne di Brno, semifinalista a Wimbledon nel 2014 ma mai così tanto vicina quanto lo scorso anno a un trofeo dello Slam.
Finalista 2010 contro finalista 2015, due percorsi storici lontani nel tempo, ma improvvisamente allo specchio in una calda giornata parigina. I game di servizio volano via rapidi, come le nuvole che compaiono e scompaiono sul Philippe Chatrier, minacciando un temporale fortunatamente mai arrivato. Non curante dei precedenti (11 a 3 per la ceca), è l’australiana a partire più convinta e propositiva. Incamera il primo set, col punteggio di 6-3. La Safarova non è disposta a farsi da parte senza aver dato tutto sul campo. Trascina il secondo parziale al tie-break. La Stosur, come spesso le è accaduto in passato, decelera alla curva decisiva, ormai prossima al traguardo. La ceca ringrazia, mette la quinta e raggiunge la sua avversaria. Il tie-break si conclude sette punti a zero in suo favore. Il terzo set è una guerra di nervi. Tra l’emotività dell’australiana e le incertezza della Safarova, la costante è rappresentata dal servizio. I 21 ace complessivi inducono a pensare che la terra di Parigi sia più erbivora che mai, nonostante il sole (che contribuirebbe a velocizzare la superficie) si affacci sempre timidamente sul Philippe Chatrier. La prima a cedere è la finalista della passata edizione. Sotto 6-5 ma col servizio a disposizione, il suo ultimo dritto termina in corridoio, consegnando l’accesso agli ottavi di finale alla Stosur, che a fine partita dichiarerà di “non essere mai stata così tanto felice per aver vinto un terzo turno”. La 32enne di Brisbane si troverà di fronte un’altra ex finalista del Roland Garros, Simona Halep. Lucie potrà consolarsi attingendo nuovamente ai ricorsi storici. L’anno dopo la finale, anche la Stosur venne eliminata al terzo turno, per poi, come già detto, centrare la prima vittoria Slam a New York. Che gli Us Open 2016 abbiano già la loro campionessa?