Pochi big, un solo italiano in campo ed un tempo uggioso che più volte ha minacciato di far allungare il programma. Eppure il day 1 del Roland Garros ha offerto tantissimi spunti interessanti. Dominic Thiem è il lontano parente di quello che nel 2018 e nel 2019 riuscì ad arrivare in finale nello Slam parigino. La sconfitta (la settima consecutiva dal rientro a fine marzo) senz’appello all’esordio contro il boliviano Dellien fa male. L’austriaco è apparso incredibilmente sotto tono in conferenza stampa. Da ritrovare non c’è tanto la condizione fisica quanto delle sensazioni che mai come oggi sono sembrate uno sbiadito ricordo.
Chi invece è partito con il piede giusto è il tedesco Alexander Zverev contro l’ostico qualificato austriaco Ofner. Zero palle break concesse, due ore di buon allenamento e tante energie risparmiate in vista dei prossimi impegni per uno che troppe volte a livello Slam si è trattenuto in campo molto più del dovuto nei turni inziali. Non è riuscito ad emularlo il canadese Felix Auger-Aliassime, rimasto in campo per più di tre ore per avere ragione del qualificato peruviano Varillas che, sopra due set a zero, sembrava poter mettere a segno il colpo di giornata.
ITALIA – Fabio Fognini era l’unico italiano impegnato in questa giornata inaugurale. Il Roland Garros è il suo Slam preferito e si vede. Bois de Boulogne gli riporta alla mente tanti ricordi positivi. Il ligure ha impressionato per la serenità con cui ha portato a casa il match contro l’australiano Popyrin, giocatore giovane ed in fiducia dopo la vittoria al Challenger di Bordeaux di sette giorni fa. L’azzurro ha messo in mostra tutta la sua completezza tecnica. Così come una gestione molto matura dei momenti di difficoltà, senza mai abbandonarsi ad inutili isterismi o sterili polemiche. Al prossimo round c’è un tennista scorbutico ed atipico come l’olandese Van De Zandschulp (successo in quattro set contro il russo Kotov) ma intanto il primo passo è stato compiuto.
ALCARAZ – Tra una stretta di mano con Nadal, un set d’allenamento con Djokovic e tanti sorrisi insieme a coach Ferrero, va avanti anche il baby fenomeno spagnolo. L’esordio di Carlitos al Roland Garros è stato ‘discreto’. L’argentino Londero ha resistito fino al 4-4 del primo set. Da lì il numero sei del mondo ha deciso che era arrivato il momento di accelerare. Un parziale impressionante di quattordici giochi ha due ha fatto calare rapidamente il sipario su un esordio da veterano del diciannovenne iberico.
Forse non riuscirà a vincere già quest’anno ma vederlo colpire con quella violenza la pallina e pensare all’età che ha fa spavento. Impossibile ormai nascondersi. Il primo a non farlo, tra l’altro, è proprio lui. Del successo a Madrid si è dimenticato subito dopo la stretta di mano con Zverev. Il suo focus erano già queste due settimane, come poi ha ulteriormente dimostrato il forfait a Roma.
CAPITOLO DONNE – Alla vigilia sembrava una giornata tranquilla al Roland Garros in ambito femminile. E’ bastata meno di mezza giornata, invece, per veder volare via due delle tre primissime teste di serie impegnate oggi, entrambe al terzo set, entrambe dopo aver vinto il parziale d’apertura, entrambe dopo aver gettato al vento tante chances di chiuderla in due. Se la sconfitta della spagnola Garbine Muguruza contro l’estone Kanepi fa rumore semplicemente in quanto ex campionessa del torneo visto lo scarso momento di forma, si è rivelata piuttosto inaspettata la debacle della tunisina Ons Jabeur, battuta dalla polacca Linette.
Si presentava al Roland Garros dopo due ottavi di finale consecutivi negli ultimi due anni. Ma soprattutto dopo la vittoria a Madrid e la finale di Roma nelle ultime tre settimane. La sensazione è che tutte le top giocatrici del circuito (Swiatek inclusa) non abbiano ancora quella tranquillità e spensieratezza che le possa consentire di esprimersi anche in palcoscenici dove la pallina è decisamente più pesante. Non ha lasciato nulla al caso, infine, la greca Maria Sakkari, testa di serie numero quattro e semifinalista della passata edizione. C’è da dire però che la francese Burel non era un’ostacolo particolarmente probante per una tennista solida come l’ellenica.