L’edizione 2024 del Roland Garros si è conclusa. Tante sono state le critiche durante le due settimane di slam, dalla qualità dei campi ai match finiti a tarda notte fino alla totale disorganizzazione che ha portato ad una pessima gestione del torneo in relazione al meteo previsto a Parigi e al conseguente scarso pubblico sui campi. A rispondere alle critiche è stata Amelie Mauresmo, direttrice dello Slam francese, accusata di essere stata inefficiente durante l’edizione appena conclusa: “Beh, abbiamo solo una partita. Abbiamo delle limitazioni visto il tempo necessario per fare una partita. Ribadisco quello che ho detto l’anno scorso. Cerchiamo i giocatori migliori per giocare in notturna. Inoltre, c’è il limite di tempo in cui si gioca la partita, cosa che dobbiamo garantire agli spettatori, ma niente è definitivo, le cose possono cambiare. Abbiamo solo una partita di notte e dobbiamo prendere delle decisioni. Ecco perché quest’anno volevamo che giocassero solo uomini, la gente non viene la pista fino alle 19:00”, spiega la direttrice.
“È una cosa che mi rattrista, ma non si tratta di quanto interessante possa essere la partita. Per noi quello che conta è la durata delle partite. È difficile per noi pensare che possa essere troppo breve per le 15.000 persone che verranno. Cerchiamo di fare il meglio che possiamo, ma non è facile, non è soddisfacente, questo è certo che è stata la nostra scelta quest’anno, il che non significa che sarà lo stesso l’anno prossimo”, dice Mauresmo in merito alle partite in notturna.
Sulla carenza di spettatori invece parla di nuove idee per superare il problema: “Ho molteplici idee per superare questo problema, ma abbiamo anche dei limiti operativi. Non darò una soluzione miracolosa, dobbiamo discuterne. Naturalmente non siamo soddisfatti di quello che abbiamo visto nella seconda semifinale di venerdì. Non so perché ci fosse poco pubblico, non sono nelle loro teste. Quello che ho visto in questi anni è che la gente compra il biglietto per l’intera giornata al Roland Garros e non sta lì seduta per cinque, sei, sette, otto o più ore. Abbiamo cercato di trovare soluzioni perché altre persone possano venire quando altri vogliono andarsene. C’è anche vita nello stadio, tanti altri eventi, non solo le partite, che possono attirare famiglie, bevande,. cibo… È una sfida non facile. Una delle soluzioni che abbiamo provato è che una persona occupi quel posto quando qualcuno se ne va, ma abbiamo visto comportamenti incivili, purtroppo, ad esempio, di persone che non volevano lasciare il posto al rientro del proprietario”.
Infine parla delle critiche sulla qualità del campo dello Chatrier e minimizza parlando di responsabilità dei giudici di sedia: “Penso, da quanto ho capito dalla mia esperienza, che non dipenda solo dal fatto che un giocatore lo chieda. Forse è anche una decisione dell’arbitro, del supervisore che era lì in campo. Ci sono tante cose da migliorare in uno Slam, tante questioni che restano ancora sconosciute per il prossimo anno”.