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A Parigi ennesimo appuntamento con la storia per Djokovic: c’è Ruud tra il serbo e il 23° trionfo slam

Novak Djokovic
Novak Djokovic - Foto LiveMedia/Matthieu Mirville/DPPI

Parigi, Francia. Alle ore 15:00 Novak Djokovic e Casper Ruud scenderanno in campo sul Court Philippe-Chatrier per contendersi il titolo del Roland Garros 2023. Da un lato il tennista serbo prova ad entrare una volta di più nella storia di questo sport, provando a diventare il giocatore con più trionfi a livello slam all-time, dall’altro la voglia e il sogno del norvegese classe ’99 di alzare il trofeo per la prima volta, in quella che sarà la sua terza occasione in dodici mesi.

Nole in Australia ha appaiato Rafael Nadal a quota 22 slam e ora, dopo aver estromesso dal torneo la testa di serie numero uno del tabellone Carlos Alcaraz, tutto sembra apparecchiato per il titolo n°23. Ma non solo, perché una vittoria lo renderebbe anche il primo uomo nell’era Open ad assicurarsi tre titoli in ciascuna dei quattro major e lo riporterebbe anche al n°1 del ranking mondiale. Per non parlare, poi, di quel ‘Calendar Grand Slam’ che nel 2021 gli è sfuggito a New York nella famosa finale contro Daniil Medvedev.

“Non ci sto pensando – ha dichiarato Djokovic -. Sto pensando davvero solo a vincere un altro titolo del Grande Slam qui domenica e ci sono così vicino. Giocherò contro qualcuno che è già stato in una finale di questo torneo. L’esperienza è certamente dalla mia parte, ma solo con quella si vincono le partite? Non credo. Devo recuperare bene, essere preparato per un’altra lunga battaglia, e dopo la finale, se vinco, allora parleremo di storia”. Insomma, in questa finale Djokovic si gioca un altro pezzo di una storia e una carriera incredibile.

Dall’altro lato della rete un ragazzo che continua, forse, ad essere un po’ sottovalutato dai più. Vero, il suo tennis non sarà da stropicciarsi gli occhi. Altrettanto vero che non sembra avere in faretra il potenziale per giocarsela contro i campionissimi se questi sono al meglio, ma stiamo pur sempre parlando di un tennista per il quale i risultati parlano da soli nell’ultimo anno. Tre finali in tornei dello slam, su due superfici diverse, non si raggiungono casualmente. E il modo in cui si è rialzato in questo 2023 dopo un inizio di stagione da incubo, in cui addetti ai lavori e non erano già pronti a definire la stagione passata come un fuoco di paglia, probabilmente vale anche di più rispetto a quei traguardi.

Ruud per ora è 0/2 in questo contesto e senza dubbio sono maggiori le possibilità che questa sera possa ritrovarsi 0/3 piuttosto che con il suo primo titolo slam. Ne è consapevole lui stesso: “Sarà dura, di sicuro”, ha detto la quarta testa di serie. “Sta giocando per il suo 23esimo, io sto giocando per il mio primo. Quindi cercherò di scendere in campo senza pressioni e di godermi il momento. Sarà sicuramente la sfida più dura dell’anno per me. Vedrò se posso provare a usare la sconfitta dell’anno scorso in finale come motivazione extra per provare a giocare bene domenica”, ha dichiarato alla vigilia dell’incontro.

Parole giuste e che necessariamente Ruud deve far sue, ma alla fine la pressione e le motivazioni siamo tutti concordi che potranno contare fino ad un certo punto. Dal punto di vista tecnico e tattico le difficoltà che incontrerà Ruud nello sfidare Djokovic sono palesi e lo dimostrano i precedenti. Fino ad oggi il serbo si è aggiudicato tutti e quattro gli scontri diretti senza mai perdere un set e la questione è molto semplice: è più forte del suo avversario in ogni aspetto del gioco. Se Ruud ha intenzione di provare a vincere facendo battagliando da fondo, dove un maestro della tattica come il serbo potrà giocargli sul rovescio a suo piacimento, le chances si riducono al lumicino.

Il tennista di Oslo dovrà provare per forza di cose – pur sapendo che la varietà non è esattamente nel suo repertorio e prendendosi dei rischi – a mescolare le carte, usare la palla corta e cercare di far entrare un po’ in confusione Nole. Ci riuscirà? Lo scopriremo, ma avere una finale più equilibrata rispetto al dominio a cui si è assistito lo scorso anno è senza dubbio nelle corde di un Ruud che quantomeno non pagherà lo scotto della ‘prima volta’.

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