Casper Ruud è arrivato sino in fondo al Roland Garros 2022, sconfitto soltanto da un bionico Rafael Nadal in finale a Parigi. Il classe ’98 norvegese ha comunque raggiunto la prima finale Slam, un guizzo per certi versi inaspettato ai più. Il tennista nativo di Oslo ha raccolto meravigliosamente i frutti del suo duro lavoro nell’ultimo biennio, facendo leva sull’affinità delle sue caratteristiche alla terra battuta e collezionando trionfi in serie. Non solo, Ruud è riuscito a farsi valere anche sul cemento indoor delle Atp Finals, sorprendendo per tenacia e costanza di rendimento anche sulle superfici veloci. Tornando però alla resa del norvegese sul rosso e in particolare a Parigi, da evidenziare l’avanzata graduale dei nuovi top player del circuito maggiore; prima Dominic Thiem e Daniil Medvedev in trionfo agli Us Open, a distanza di un anno, poi per l’appunto Ruud all’ultimo atto del Roland Garros, passando per le finali Slam degli stessi Thiem e Medvedev, così come di Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas. Il futuro è ora e questi ragazzi, sempre più, lo stanno dimostrando…con rispetto però per gli immarcescibili e fenomenali campioni, assolutamente intoccabili.
IL PERCORSO A PARIGI
Ruud ha sfiorato il trofeo Slam parigino dopo aver eliminato in serie Jo-Wilfried Tsonga, Emil Ruusuvuori, Lorenzo Sonego, Hubert Hurkacz, Holger Rune e Marin Cilic. Un torneo perennemente imperfetto per il norvegese, sempre non al meglio, a un passo dal non convincere; talvolta a un centimetro dall’uscita di scena, in ultima istanza però catapultato in una realtà che sembrava soltanto un sogno. Negli occhi di tutti gli italiani, infatti, un Ruud in balìa di Sonego per buona parte del match valevole per il terzo turno; prima di grinta, personalità, poi di puro talento, l’atleta di Oslo ha recuperato, ripreso in mano la situazione e sconfitto l’avversario. Copione proposto e riproposto anche in diverse altre occasioni nel suo percorso, come evidente anche con Rune e Cilic; contro l’ultimo citato, in particolare, sembrava non dovesse esserci partita dopo un primo parziale eloquente e con il norvegese apparentemente senza armi. Questo e tanto altro ancora è Ruud: un tennista che difficilmente ruba l’occhio, ma che costantemente sa come trovare una via d’uscita.
LE ORIGINI E I RECORD
Valutando in particolare le origini di Ruud, norvegese seppur cresciuto tennisticamente nell’Academy proprio di Nadal, è impossibile non pervenire a dei confronti. Il classe ’98 è infatti il primo norvegese di sempre ad arrivare a giocarsi un titolo dello Slam; impresa straordinaria, ma comunque risaputa considerando che Ruud fosse stato anche il primo del suo Paese a raggiungere i quarti e le semifinali di un Major. Non solo, l’atleta in questione è stato anche il primo norvegese a vincere un titolo del circuito maggiore, a qualificarsi in top 10 e alle Finals, a giungere in finale in un Masters 1000; nonché, sebbene la rilevanza sia minore, il più giovane di sempre a vincere gli Assoluti norvegesi. Prima di lui, in Norvegia, soltanto il padre Christian, al massimo in un ottavo Slam agli Australian Open 1997; in generale meritevole di lodi soltanto per qualche guizzo a livello Challenger e per aver mantenuto la top 100 per 8 anni consecutivi. Allargando un po’ il discorso al Nord-Europa, nella storia del tennis attuale, seppur ci siano vari talenti che concorrono nel definire un futuro roseo, Ruud è certamente la stella più in vista; in quello che prima era un Paradiso scandinavo per il tennis, adesso è un firmamento composto soltanto da pochi e preziosi corpi celesti. Tra questi i spiccano appunto Ruud e Rune.
RUUD E IL MODELLO SVEDESE
Dopo aver fatto piazza pulita dei record nella Norvegia del padre Christian, Ruud guarda allora alla gloriosa Svezia; da Bjorn Borg a Mats Wilander e Stefan Edberg, non dimenticando Mikael Pernfors, Jonas Bjorkman, Magnus Norman e Thomas Enqvist. Un parco atleti sensazionale, con grandi risultati a livello Slam; Ruud ha la concreta possibilità di superare alcuni di questi in termini di risultati Major, sebbene, considerando la sua giovane età e la maturità tennistica vicina, i primi citati, icone pure, non siano così lontani. Il tutto considerando il ritiro nell’arco di pochi anni delle leggende viventi Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer; con gli ultimi due in particolare pronti a sparare le ultime cartucce di una carriera quasi inumana. Il tennista di Oslo non presenta uno stile old come i modelli svedesi sopra citati, che era invece la norma quando erano in attività; anzi propone un gioco particolarmente contemporaneo: ottima resa atletica, dritto carico di spin e preparazione fisica straordinaria lo caratterizzano. Un tennis più spagnolo che scandinavo, ugualmente però efficace. Otto titoli in questa ancora acerba carriera, una semifinale alle Finals e una finale al Roland Garros; ci sono poche altre parole per raccontare il talento di Casper Ruud, semplicemente un nuovo nome inciso per sempre nella storia del nostro tennis.