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Nel day 13 del Roland Garros 2022 vanno in scena le due semifinali del tabellone maschile. Alla fine sono rimasti in quattro. Rafael Nadal, a maggior ragione dopo il capolavoro in quarti di finale contro Novak Djokovic, sembra il grande favorito per il successo finale. Il confronto con i suoi tre avversari è impietoso. Se lo spagnolo, infatti, si è aggiudicato centodieci partite nello Slam parigino, sono appena novantuno quelle giocate dal resto dei giocatori rimasti nel torneo. Non la pensa così il tedesco Alexander Zverev, che sfiderà proprio il campione maiorchino nel primo match di giornata sul Philippe-Chatrier. Successivamente sarà la volta del norvegese Casper Ruud e del croato Marin Cilic. Quest’ultimo nella capitale francese sta forse giocando il secondo miglior tennis della propria vita dopo quella cavalcata trionfale a Flushing Meadows nel 2014. Andiamo a dare un’occhiata nel dettaglio a tutti gli spunti offerti da questa tredicesima giornata.
FATTORE CHATRIER – Al Roland Garros fare i conti senza Rafael Nadal è impensabile. Una costola rotta, il problema al piede, una stagione sulla terra battuta mai come quest’anno preparata nell’assoluta incertezza. Nulla di tutto ciò è riuscito a scalfire le sue certezze, quelle che, come per magia, ogni anno ritrova appena mette piede sul Philippe-Chatrier. Il primo a rendersene conto è Alexander Zverev, suo prossimo avversario: “C’è qualcosa su questo campo che lo fa giocare il 30% meglio, solo per essere qui”. Non si può dargli torto effettivamente.
Il maiorchino ha dimostrato ancora una volta la sua clamorosa forza mentale quando si è trovato sotto 5-2 nel quarto set contro Djokovic, abbinata alla capacità di aumentare esponenzialmente il livello quando ormai il serbatoio sembra svuotato. Decisivo anche l’apporto quasi oltre le righe del pubblico, toccato nel profondo dalla cripticità delle dichiarazioni dell’iberico a proposito del proprio piede sinistro. Inevitabile dire che sarà Nadal a partire con i favori del pronostico. Il tredici volte campione, oltre che sul ‘fattore Chatrier’, parte da un vantaggio di 6-3 nei precedenti contro il teutonico (4-1 il computo sulla terra rossa ed 1-0 quello nei tornei dello Slam).
Detto ciò lo sa benissimo anche il maiorchino che l’avversario è di quelli scorbutici, anche qui al Roland Garros. Zverev, dopo delle prime quattro uscite in sordina, si è spinto oltre i propri limiti ai quarti di finale per far fuori il diciannovenne Carlos Alcaraz. Chissà se questo successo (il primo della carriera contro un top ten in uno Slam) possa essere quel clic definitivo dopo una stagione sul rosso redditizia a livello di risultati ma mai del tutto convincente a livello di tennis. Imprescindibili per Zverev saranno i colpi d’inizio gioco. Servire bene per lui è fondamentale contro chiunque. Lo sarà a maggior ragione contro Nadal, uno che sul Centrale di Parigi, a volte, sembra quasi pattinare.
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BATTAGLIA DI NERVI – Dopo eliminazioni e ritiri illustri (vedi Sinner) saranno Casper Ruud e Marin Cilic a giocarsi l’accesso alla loro prima finale al Roland Garros in una parte bassa di tabellone per cui, mai come quest’anno, ha messo in difficoltà anche quelli bravi per quanto riguarda i pronostici. Il norvegese ha dalla sua il vantaggio nei precedenti (2-0) ed anche una maggior predisposizione per la superficie. Il croato può giocarsi la carta dell’esperienza, lui che vincendo raggiungerebbe la quarta finale Slam in carriera dopo gli US Open vinti nel 2014 e le delusioni a Wimbledon (2017) e Melbourne (2018).
Ma, forse, dalla sua non c’è solamente questo. Ritrovare il sorriso, la voglia di giocare, in tutti gli sport in generale è fondamentale. Questo Marin, da un po’ di tornei a questa parte, lo ha fatto. Non stupisce dunque che stia giocando praticamente su una nuvola da quando ha messo piede allo Stade Roland Garros. Sta esprimendo forse il suo secondo miglior tennis di sempre dopo quelle storiche due settimane a Flushing Meadows. Il suo dritto è in clamorosa fiducia. Dei 252 vincenti messi a segno a Parigi fino ad oggi, ben 122 li ha fatti registrare con questo fondamentale. Ovviamente non mancano anche gli errori non forzati.
Questi però, in questo caso, sembrano più dettati da una mente apparentemente sgombra che da un latente stato di tensione all’interno dello scambio. Ruud le sue armi per contrastarlo le conosce già. Lo scandinavo si affida alla sua capacità di rispondere, abbinata ad una forma fisica che qui al Roland Garros si è vista soprattutto nel quinto set al terzo turno contro Lorenzo Sonego. Decisivo per lui anche far muovere il suo avversario, che soprattutto se chiamato a rete può entrare in grosse difficoltà. Soprattutto per lui non mancheranno le emozioni forti. Vincendo, infatti, potrebbe diventare il primo tennista della storia a conquistare una finale in un torneo dello Slam.
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