Impensabile. Questo è l’aggettivo probabilmente più scontato ma anche maggiormente appropriato per descrivere la finale femminile di questa edizione del Roland Garros. Le protagoniste saranno infatti Anastasia Pavlyuchenkova, l’ultima testa di serie (la numero 32) e Barbara Krejcikova, la prima non testa di serie del tabellone. La 29enne di Samara prima di questo torneo non era approdata mai oltre i quarti in un Major, la 25enne di Brno addirittura non aveva mai superato i sedicesimi di finale. Due percorsi incredibili ed un approdo all’ultimo atto totalmente meritato. Entrambe, pur usufruendo di tante uscite di scena prematura da parte delle favorite, hanno difatti espresso un livello di tennis impressionante.
Pavlyuchenkova ha messo da parte tutte le ansie, che in carriera spesso l’hanno frenata, ed ha tirato fuori il meglio da sé stessa. Lo ha fatto nelle sfide contro Sabalenka e Azarenka, nel lottatissimo quarto di finale con la compagna di doppio Elena Rybakina e, infine, nel penultimo atto del torneo, in cui ha gestito una delle tante “favole” di questo Open di Francia: la slovena Tamara Zidansek. Lo stesso si può dire dell’altra finalista: Krejcikova, che fino al pre-pandemia era fuori dalle 100 e giocava a livello ITF, ha alzato in modo esponenziale la qualità delle proprie prestazioni durante il corso di tutta questa stagione ed ovviamente in particolare qui a Parigi. La vittoria netta sulla numero 6 del mondo Elina Svitolina, il successo convincente su un “on fire” Coco Gauff e, soprattutto, l’affermazione al termine di una battaglia durissima contro Maria Sakkari hanno espresso appieno il valore della giocatrice ceca.
In base a quanto appena detto chi possiamo quindi considerare come favorita della “sorprendente” finale? Non semplice certamente delinearlo, in quanto si tratta di una “primissima” assoluta per entrambe ed anche della prima sfida fra di loro. Certamente molto dipenderà dal recupero da parte della Krejcikova, che, come già detto in precedenza, l’altro ieri ha dovuto battagliare per circa 3 ore e mezza con la Sakkari. Se riuscisse a proporre la medesima versione di sé stessa vista in queste due settimane, tuttavia, è giusto considerare la 25enne ceca leggermente avanti nel pronostico. Il suo tennis preciso e tremendamente solido, la sua capacità di muovere benissimo il gioco con ambo i colpi potrebbe creare diversi patemi alla mobilità non certo irresistibile della Pavlyuchenkova. Quest’ultima, dal canto suo, avrà indubbiamente le sue possibilità ma per trionfare avrà bisogno di togliere il tempo alla sua avversaria, di farla giocare lontana dalla riga di fondo così da non permettere alla classe ’95 ceca di manovrare. Un altro aspetto che farà la differenza sarà la “gestione della tensione”. Entrambe sanno di avere un’occasione irripetibile e, per quanto sia una sensazione fantastica, non è certo facile da controllarla a livello mentale. Chi tra le due riuscirà a prevalere in questo aspetto, data l’inesistente esperienza in match di questa portata, molto probabilmente si aggiudicherà questa “pazza” edizione del Roland Garros.