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Matteo Berrettini sfiderà Novak Djokovic ai quarti di finale del Roland Garros 2021, ennesimo traguardo di un periodo storico strepitoso per il tennis italiano. Dopo la semifinale agli Us Open 2019, il tennista romano ha superato alcuni problemi fisici che ne hanno limitato recentemente il rendimento, compiendo una strepitosa scalata ricca di soddisfazioni. Il titolo a Belgrado e la finale a Madrid hanno restituito a Berrettini convinzioni sfumate nel tempo, mostrando nuovamente al mondo i suoi punti di forza. Un rendimento al servizio super, una prima pesantissima e rapidissima, un dritto sensazionale e un rovescio in graduale miglioramento, sempre più insidioso e potenzialmente letale anche se giocato piatto. Berrettini sta ampliando il suo bagaglio tecnico, cercando nuove soluzioni, seppur i punti fermi del suo tennis energico siano preponderanti nei momenti cruciali dei match.
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SPIRAGLI TECNICI
Dal canto suo, Djokovic ha mostrato di poter essere vulnerabile per alcuni frangenti, non solo contro alieni come Rafael Nadal, come agli Internazionali d’Italia, ma anche con talentuosi giovani come il nostro Lorenzo Musetti. Due set sotto contro il carrarese, difficoltà da un punto di vista puramente tattico, ma esperienza e maggiore preparazione fisica hanno fatto la differenza. Ciò che preoccupa del gioco di Djokovic, naturalmente, è il rendimento sulla diagonale del rovescio; Berrettini potrebbe soffrire molto le iniziative e i colpi difensivi del serbo da quel lato del campo, causando più di qualche grattacapo tecnico all’azzurro.
Berrettini dovrà tentare di pungere il più possibile con il suo super dritto, non concedendo ritmo a Nole. Operazione naturalmente non semplice per il tennista di Roma, considerando peraltro lo status da numero uno del mondo di Djokovic e la conseguente pressione psicologica; fondamentale sarà di certo mantenere saldamente tra le mani italiane i turni di battuta, sebbene l’opponente sia tra i migliori risponditori di sempre, forse il migliore.
UNA CHANCE DA NON PERDERE
La terra rossa di Parigi non esalta certamente le caratteristiche da bombardiere di Berrettini, ma i successi rapidi con Taro Daniel, Soonwoo Kwon e Federico Coria sono indicativi per comprendere il livello raggiunto dall’azzurro. Rammarico per non aver affrontato Roger Federer agli ottavi di finale, ma paradossalmente una possibilità per prepararsi al meglio ad affrontare Djokovic; l’unico precedente, però, sorride al serbo. Alle Atp Finals del 2019, infatti, il primatista Atp ha concesso soltanto tre giochi all’avversario, ma si giocava sul veloce, dunque il contesto era totalmente diverso. Occasione da non perdere per Berrettini, per consacrarsi ulteriormente anche sul rosso, per portare in alto la bandiera del magnifico movimento italiano, per rendere umano anche uno dei tre marziani per eccellenza.
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