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“Sapevo che fosse una partita alla mia portata, ero favorito sulla carta. Chi gioca meglio sulla terra ero io e dunque c’era un po’ di tensione, più del solito. In tutti i primi quattro set ero davanti nel punteggio, due li ho portati a casa e due li ha vinti lui. Alla ripresa avevo le idee chiare, partito a rilento tra difficoltà e momenti up&down sono riuscito comunque a portare a casa la partita, l’unica cosa che contava“. Una lunga maratona, di due giorni, per la vittoria in cinque set: Thomas Fabbiano sconfigge Matthew Ebden al primo turno del Roland Garros 2018. Un esordio positivo per il tennista italiano che in 3 ore e 45 minuti di gioco per un risultato finale di 6-4, 5-7, 6-2, 3-6, 6-2, con l’ultimo parziale giocato nella giornata di martedì 29 maggio. “Nella notte avevo tanti pensieri sapendo che ieri avevo preso il break sul 4-3. Ho giocato un brutto game e lui ha servito bene – spiega Fabbiano in conferenza stampa – Da una parte è stato meglio riprendere il giorno seguente perché lui aveva vinto il set, da un’altra è stata una notte faticosa pensando a cosa fare di meglio, però l’ho vinta io“.
Una partita complicata che ha regalato il secondo turno a Fabbiano: “Ho fatto tutto il possibile per recuperare come se la partita fosse finita. Massaggio, varie terapie per entrare in campo come se oggi ci fosse un nuovo match. Sapevo che si giocava 30-40 minuti, sapevo di dover essere concreto e di giocare le mie carte in meno di un’ora“. Alla domanda riguardo un parallelo con Paolo Lorenzi, entrato in top-100 all’età di Fabbiano, il tennista risponde: “Sì, dall’anno scorso ho giocato tutti tornei ATP con gente nei primi 50 al mondo, una cosa nuova per me. Quest’anno volevo fare la prima parte nei tabelloni ATP, non volevo giocare Challenger. Giochiamo per stare in questi tornei e desideravo giocare con gente forte. Spero che alla lunga possa servire per fare risultati a questi livelli. Ora giocherò Challenger sull’erba prima di Wimbledon perché la classifica dice questo: prenderò ritmo, cercherò di vincere partite e di giocare tanti punti“.
Riguardo la parte psicofisica del suo gioco: “La parte fisica mi fa stare meglio in campo perché quando mi trovo nei periodi buoni posso lottare alla pari, arrivo sulla palla e ci metto del mio. Quando sto a rincorrere ne risente tutto il mio gioco. Sono un po’ indietro col servizio, in alcuni periodi il movimento va bene e in altri sono un po’ più incartato. Allenandomi questo verrà fuori. Mentalmente? Devo avere più continuità durante la partita. Vedo i grandi giocatori che hanno un livello medio e picchi alti mentre io a volte scendo troppo permettendo all’altro di rientrare in partita quando non dovrebbe“.
Fabbiano al secondo turno affronterà Borna Coric, tennista croato numero 40 al mondo: “È un altro tipo di giocatore, la palla la fa saltare e dal primo game sentirò il suo fiato sul collo. Non so su quale superficie preferisca giocare: ha vinto tante partite sul cemento, è un ottimo terraiolo e ha un ottimo kick. Dovrò giocare un po’ meglio di oggi e dovrò dare maggiore qualità alla palla per fare una partita alla pari. Sarò più rilassato, dovrò chiarire bene cosa fare e cosa mettere in campo“. Infine sul supporto fra amici con Stefano Travaglia e Gianluigi Quinzi: “Ci scriviamo quando prendiamo delle stese come quando ci scriviamo alla vittoria di un torneo. Siamo amici fuori dal campo e la vittoria o la sconfitta la viviamo assieme. Se un amico sta fuori dal torneo dispiace anche a noi. Insomma, ci trainiamo a vicenda“.