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È un Roger Federer corrucciato quello che si presenta in conferenza stampa agli Internazionali BNL d’Italia dopo la sconfitta con Dominic Thiem. Lo svizzero cerca però di pensare positivo. “Senti ancora che è stata una settimana positiva per te, aver giocato due partite anche se non sei potuto andare oltre?” “Sì assolutamente. Son contento di essere stato in grado di giocare e di sentirmi allo stesso modo di ieri, non peggio.” “Cosa avresti potuto cambiare del tuo gioco?” (gli fanno notare soprattutto la posizione molto lontana dal campo, anche in risposta) “Non è importante il modo in cui ho giocato, è importante che sia potuto restare sul campo senza complicazioni fisiche, ho cercato di dare quello che avevo. Non è stato un match molto tattico per me, a dir la verità.” Il Roland Garros si avvicina. “Sono fiducioso. So che ho giocato solo cinque match negli ultimi quattro mesi. Ma se recupererò pienamente nei prossimi tre, quattro giorni, allora potrò allenarmi per una settimana al 100%. Stasera avrò un confronto con il mio team e deciderò il da farsi. Stare a Roma, andare già a Parigi, tornare in Svizzera? Queste sono le possibilità.” “E se in prossimità del Roland Garros fossi nelle stesse condizioni di Roma, allora giocheresti?” “Son due casi diversi. Questo per me era un torneo dal quale ricavare informazioni, non ambivo a grandi risultati (“an information tournament” e non “a result tournament”). I prossimi sette, nove giorni diranno come potrò davvero giocare a Parigi. Se potrò giocare al 100% e muovermi di nuovo correttamente, il mio gioco è a un buon livello. Sono sorpreso di aver battuto Zverev e di aver quasi battuto Thiem con quello che avevo.” L’ultima domanda tenta di approfondire lo stato del suo infortunio. “È qualcosa che mi trascino dietro da Madrid, e ovviamente non avendo giocato partite sento che il mio corpo non è pronto. Ma onestamente non voglio entrare nello specifico. Non sono dell’umore per entrare in discussione su questo, e non voglio dirvi tutto. In ogni caso, è certamente qualcosa che ha a che fare con la schiena.”
Indubbiamente la partita odierna consente di lodare ancora una volta l’estrema professionalità dello svizzero. Appariva evidente che le sue condizioni non gli consentissero di difendersi al meglio, eppure non solo ha deciso di giocare. In campo non ha mai manifestato una smorfia di dolore, mai evidenziato segni di malumore per non poter mostrare ciò che la sua mente comandava ma il suo fisico non poteva recepire. Se veder giocare Federer è un piacere per gli occhi, lodarne le qualità morali è un piacere per l’animo. Un professionista che in 18 anni di carriera non si è mai (mai!) ritirato durante una partita, nemmeno quando una dolorante schiena implorava lo stop, o una febbre alta gli impediva di mostrare il suo tennis sublime. Tre anni fa perse un match di quarti di finale contro Rafael Nadal a Indian Wells, visibilmente menomato da quella schiena che avrebbe poi fatto le bizze tutto l’anno. Ma quando Rafa alla stretta di mano gli chiese “perché non ti sei ritirato?”, Roger con la sua impareggiabile classe e l’eleganza di chi non vuole sminuire il merito della vittoria avversaria rispose con un sorridente “No, I’m ok”. Lui ha dichiarato in un’intervista recente che esiste sempre un modo per ottenere la vittoria, anche quando le precarie condizioni fisiche obbligano la tua mente a ricercare vie alternative. Un uomo che non smetterà mai di sorprendere, dentro e fuori dal campo. Anche per queste ragioni, amato e spesso venerato dagli appassionati di tutto il mondo.