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Talentuoso e démodé, Luca Van Assche non è il solito Next Gen: meno forza, più tattica. Il transalpino, papà belga e mamma italiana, è una fresca novità che arricchisce il circuito ATP e la nuova avventura con Vincenzo Santopadre, che affiancherà il suo attuale coach Yannick Quere, è decisamente intrigante.
La collaborazione con il tecnico italiano inizia nel momento più opportuno, quello dei primi grandi ostacoli. Il giovane classe 2004 finora è stato protagonista di un cammino brillante e dopo una carriera juniores d’élite, condita dal Roland Garros Junior 2021, ha archiviato la parentesi dei Challenger con la rapidità che in tempi recenti solo Sinner, Alcaraz, Rune, Shelton e pochi altri si sono potuti permettere. In Francia, Luca è stato a lungo il leader tecnico nella sua fascia d’età, anche davanti all’amico Arthur Fils; quest’ultimo, a differenza sua, può contare su una fisicità straripante che gli ha permesso di effettuare il sorpasso nelle gerarchie.
Lo scalpore creato dal connazionale può trasformarsi in un’occasione per lavorare senza dover far fronte all’impazienza di un tennis francese che vuole tornare grande. L’avventura di Santopadre inizia con un Van Assche numero 68 del mondo e reduce da un buon terzo turno all’Australian Open, dove è stato protagonista di una vittoria in cinque set su Musetti prima di un netto KO contro Tsitsipas. Per il tennista diciannovenne quella appena iniziata potrebbe essere la prima stagione completa nel circuito maggiore, anche se nei i prossimi due mesi incomberà la scadenza di oltre 250 punti, frutto dei successi dello scorso anno nei Challenger di Pau e Sanremo. Allo stesso tempo potendo giocare con continuità nel tour, non si tratta di una missione impossibile vista la programmazione che lo vedrà impegnato a partire dall’ATP 500 di Rotterdam.
“Luca mi ha conquistato subito, ha un’ottima personalità e parla anche italiano. È una bella sfida, in un ambiente diverso, sono contento che Luca abbia pensato a me e penso lo abbia fatto perché conosce la mia storia con Berrettini, con cui ho iniziato da giovane”. Queste le parole di Santopadre, che ha preferito un prospetto da formare e indirizzare a un big consolidato. Le condizioni sono quelle Vincenzo forse conosce meglio, mentre dal punto di vista prettamente del gioco non poteva capitargli un atleta più diverso da Matteo. Van Assche è solido e poco appariscente. Da fondo campo il colpo migliore è il rovescio, quello dove ha il miglior timing e che gli consente di anticipare la palla anche con ottime accelerazioni lungolinea. In termini di potenza dei colpi perde il confronto con molti, ma recupera grazie ad uno straordinario atletismo che gli permette di coprire il campo come pochi fanno. A ciò si uniscono anche l’intelligenza tattica, che gli permette di sfruttare al meglio le armi a sua disposizione, e un atteggiamento maturo che può essere il preludio di una lunga carriera.
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