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Dominic Thiem e il suo ultimo rovescio

Dominic Thiem
Dominic Thiem - Foto Ray Giubilo

Vienna, ottobre 2012. Fuori dal campo centrale, tra un wurstel e una birra, il pubblico austriaco è in visibilio. Si è appena concluso il match tra il giocatore di casa Dominic Thiem, 19 anni appena compiuti, e lo slovacco Lukas Lacko, all’epoca n.51 ATP. Il ragazzo di Wiener Neustadt, in tabellone con una wildcard e appena entrato tra i primi 400 del mondo, ha vinto 7-6 6-3. C’è fermento. L’Austria in quel momento ha solamente due Top-100 (Jurgen Melzer e Andreas Haider-Maurer) e la sensazione è di aver assistito al match di un predestinato, peraltro lontano dall’amata terra battuta.

L’intensità che mette in campo è impressionante, il rovescio è bello esteticamente ma anche solido, potente. Il dritto è un po’ ballerino, ma la violenza del colpo è evidente. Il servizio non è (ancora) granché, praticamente sempre in kick. È bravo, quel ragazzino. A livello giovanile è stato molto forte: numero 2 under 18 con vittoria all’Eddie Herr e all’Orange Bowl. Al Roland Garros junior ha raggiunto la finale persa contro lo statunitense Bjorn Fratangelo. E di finali perse, a Parigi, purtroppo ne arriveranno altre.

Nel 2013 arriva un primo salto di qualità importante, che porta Thiem tra i primi 150 del mondo. L’anno della svolta è però il 2014: prima volta nel main draw di uno Slam a Melbourne (secondo turno partendo dalle qualificazioni), ottavi a Rotterdam, Barcellona e Madrid (battendo Wawrinka, numero 3 ATP), finale a Kitzbuhel e ottavi anche a New York. Risultato a fine anno: numero 37.

Dominic Thiem
Dominic THIEM (AUT) during the Roland-Garros 2024, ATP and WTA Grand Slam tennis tournament on May 20, 2024 at Roland-Garros stadium in Paris, France

Il 2015 è l’anno del primo titolo ATP a Nizza, a cui seguono a ruota Umago e Gstaad. Sulla terra è un giocatore eccezionale. I suoi colpi sono potenti ma saltano anche altissimi. L’ingresso in Top10 è rimandato al 2016, anno della consacrazione: batte Nadal in semifinale a Buenos Aires 7-6 al terzo in un match indimenticabile (commentato da chi scrive in diretta su Supertennis TV, così come altri 45 incontri di Thiem) che ne certificò le potenzialità ad altissimo livello. Il primo exploit parigino è proprio di quell’anno, con la semifinale raggiunta e persa nettamente contro Novak Djokovic. Con i Fab4, peraltro, ha vinto complessivamente ben 18 volte: 5 Djokovic, 6 Nadal, 5 Federer e 2 Murray.

Tra 2018 e 2020 tocca picchi strepitosi, che lo portano a vincere gli US Open 2020 e a raggiungere altre finali Slam (Roland Garros 2018, 2019 e Australian Open 2020) e il successo a Indian Wells in finale su Federer. Meno importante, quanto meno sulla carta, è la vittoria nel 2019 a Barcellona, quando Dominic supera in fila Nadal e Medvedev lasciando per strada la miseria di 12 giochi. Poi gli infortuni, il polso che cede, le difficoltà fisiche e mentali a risalire la china; il tentativo di ripartenza dai Challenger, le lacrime a Perugia, dopo una sconfitta con Stefano Travaglia, non lasciano presagire nulla di buono. È il preludio alla presa di coscienza: ‘non tornerò più quello di prima’.

Vienna, ottobre 2024. Dodici anni dopo quel successo su Lacko che ne sancì l’ingresso nel gotha, Dominic Thiem gioca il suo ultimo match ufficiale (perso 7-6 6-2 contro l’italiano Luciano Darderi). “Ripensando alla mia carriera, prevale un grande senso di gratitudine verso il tennis”. Ha chiuso così, il ragazzo austriaco, sempre disponibile e gentile seppur grintoso e voglioso di vincere. Ha chiuso con 17 titoli ATP (l’ultimo è stato proprio il Major di New York), 29 finali complessive, 32 successi contro Top10 (di cui 20 contro Top5), il best ranking di numero 3 al mondo e tanti, tanti meravigliosi vincenti lungolinea di rovescio (i punti li ha sempre fatti più con il dritto, ma sono i rovesci a rimanere nel cuore).

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