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“In finale sono entrato teso, vuoi per l’importanza della partita, vuoi per le sensazioni negative avute in riscaldamento. C’è del rammarico per il risultato finale perché la posta in palio era veramente alta, ma alla fine forse Liam nella partita secca ha meritato un po’ di più perché io ho giocato abbastanza male” queste sono le parole di Raul Brancaccio, finalista del tabellone di qualificazione delle Next Gen ATP Finals 2018. Il ventunenne di Torre Del Greco reduce da una stagione che lo ha visto trionfare in quattro tornei Futures ha parlato ai microfoni di Sportface.it durante lo svolgimento del torneo di Rho Fiera.
Raul non è riuscito a mettere la ciliegina sulla torta del 2018, annata che lo ha visto entrare tra i primi 300 delle classifiche mondiali. Un traguardo importante per il classe 97 che racconta come il suo trasferimento in Spagna, quasi casuale, abbia cambiato la sua vita e le sue aspirazioni tennistiche: “Quando ero in Italia non pensavo di avere il gioco per poter intraprendere la carriera da professionista – racconta Raul – E’ cambiato tutto quando David Ferrer mi notò sui campi di Jávea dove andavo ogni anno in vacanza. Lui parlò con Javier e insieme decisero di assegnarmi una borsa di studio. Io e la mia famiglia abbiamo subito colto l’opportunità e adesso sono cinque anni che mi alleno in Spagna”. Nonostante Jávea sia per ovvie ragioni legata principalmente al nome di David, giustamente Raul sottolinea l’importanta di Javier con il quale lavora: “Avere i consigli di David fa sempre piacere, però Javier è il coach di noi ragazzi in accademia ed è in particolare il mio. Sono molto contento di lavorare con lui e sto imparando tanto”.
Seppur non da protagonista, Raul ha avuto l’opportunità di vivere l’ambiente delle Next Gen ATP Finals e di confrontarsi con i protagonisti della rassegna: “Questa settimana vissuta con i migliori Under 21 al mondo è un’esperienza che mi porterò dietro. Mi sono confrontato con loro in campo e lavorando sodo un giorno potrò togliermi qualche soddisfazione e arrivare a confrontarmi con loro più spesso. Si vede l’esperienza che hanno accumulato giocando nel circuito ma non mi sembrano lontanissimi“.
“Il regolamento con cui ho giocato a Basiglio è una cosa nuova che potrebbe favorire più alcuni giocatori rispetto ad altri – osserva il campano che analizza uno degli aspetti principali della manifestazione Meneghina – Devi essere concentrato sin da subito perché si arriva al quattro, sul 3-3 c’è subito il tie-break e si giocano i punti secchi sul 40-40. Questi set corti in linea di massima fanno entrare i giocatori in campo alla pari“.
Raul poi butta un occhio anche a quella che sarà la stagione 2019 che sarà diversa dalle altre per i cambiamenti che arriveranno con l’introduzione dell‘ITF Transition Tour e dell’ITF Ranking Point System. “L’anno prossimo i primi mesi saranno difficili per tutti perché dovremo capire come funzionerà la nuova struttura ITF con il cambiamento di tornei e classifiche – afferma Raul che prosegue analizzando poi la sua situazione – Con i risultati di questa stagione sono messo bene a livello di classifica nel Ranking ITF. In classifica ATP invece perderò delle posizioni dato che non ho giocato molti Challenger. Ad ogni modo apprezzo questa riforma, poi comunque per arrivare in alto sei sempre obbligato a vincere”. Per il 2019 l’intenzione di Brancaccio è quella di affacciarsi regolarmente nel circuito Challenger: “L’anno prossimo inizierò la stagione giocando i Challenger in Australia e poi l’intenzione è quella di proseguire con i Challenger per alzare definitivamente il livello“.
ASCOLTA L’INTERVISTA COMPLETA DI RAUL BRANCACCIO
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