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Tre fotogrammi, tre nitide immagini riassumono il 2019 del mancino di Manacor. La prima è la dodicesima perla a casa propria, a Parigi, dove Rafael Nadal ha piegato per l’ennesima volta un indomito Dominic Thiem in finale. È stata probabilmente una delle migliori prestazioni dell’austriaco in carriera e questa gli è valsa soltanto un misero set. E pensare che c’era chi ipotizzava un Rafa in scarsa forma, dopo quelle tre sconfitte inaspettate e nette sulla sua terra rossa. Lui, come sempre, ha risposto sul campo. La seconda immagine, probabilmente la più bella e significativa, è quella che lo vede in lacrime pochi minuti dopo la fine della maratona con Daniil Medvedev a Flushing Meadows. Il diciannovesimo Major per Nadal è stato quello più duro, perchè per la prima volta in carriera l’iberico vedeva un match che dominava scivolargli lentamente dalle mani, per giunta contro un giocatore che non é Federer o Djokovic, nonostante il moscovita abbia espresso un livello di tennis ai limiti del sovrumano. Il pianto a fine match sa di liberazione: tutta la tensione accumulata durante quella lunga finale, quella tensione che Rafa riesce a convertire in difese mostruose e vincenti sul rettangolo di gioco, si trasforma in lacrime di gioia e commozione. Ed infine il terzo fotogramma, non meno importante degli altri, è quello che vede il numero 1 del Mondo sdraiato al suolo, sommerso da tutti i suoi compagni di squadra, al termine della vittoria della Coppa Davis. Il dritto di Shapovalov che si infrange in rete e lo spagnolo nuovamente commosso, questa volta anche per il suo amico e compagno di team Roberto Bautista Agut, che aveva perso il padre durante la settimana di Davis. Tante soddisfazioni per Rafa e nel mezzo comunque una finale a Melbourne ed una semifinale a Wimbledon. Non male per un signore di 33 anni, ad un solo Major dal rivale di sempre Roger Federer. Loro più invecchiano, più diventano leggende.
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VERSO IL 2020: RAFA SEMPRE PIÙ VICINO AL RECORD DI SLAM – Non è la priorità, ha detto Nadal in un recente intervista, sorpassare Roger nella classifica di Majors, ma l’impressione è che il maiorchino abbia trovato un equilibrio fisico e tennistico devastante con il passare degli anni. Sempre più imbattibile al Roland Garros, dove parte per l’ennesima volta con i favori del pronostico; competitivo su erba come non lo si vedeva da tempo e probabilmente secondo solo a Novak Djokovic sulle superfici rapide. I miglioramenti dell’iberico sono sotto gli occhi di tutti, dal servizio più incisivo alle transizioni sempre più frequenti sotto rete, passando per la qualità incredibile di non arrendersi mai. Sotto 1-5 contro Medvedev alle Atp Finals, in un match che alla fine dei conti è servito a poco, Rafa ha trovato ancora una volta la forza di ribaltare una partita incredibile, a suon di variazioni di ritmo, serve&volley e discese a rete in controtempo, tutte azioni di gioco che gli erano sconosciute fino a qualche anno fa. Il fisico è sempre un’incognita per un professionista di quell’età, è chiaro, ma l’impressione è che se Nadal sta bene e riesce a gestirsi come nelle ultime stagioni, sarà ancora una volta protagonista. Roger, Novak e i ‘ NextGen’ sono avvisati.
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