
Emma Raducanu - Foto Tomasz Jastrzebowski / Foto Olimpik / Sipa USA
Emma Raducanu è tornata a parlare di quanto le è accaduto nell’ultimo “1000” di Dubai, in cui, nel corso della partita contro Katerina Muchova, è scoppiata in lacrime dopo aver individuato tra il pubblico un suo stalker. Un episodio che ha provocato un forte stato di agitazione nella britannica, subito consolata da arbitro e avversaria. L’uomo, invece, è stato allontanato e bandito da tutti gli eventi. Un’esperienza terribile, su cui Raducanu è tornata nelle ultime ore parlando con i giornalisti. Quella partita, poi, è terminata con una sconfitta per la 22enne, ma in questo caso l’esito passa assolutamente in secondo piano.

Raducanu: “Non riuscivo a vedere la pallina”
“L’ho visto nel corso del primo game del match, non sapevo come sarei riuscita a finire la partita – ha spiegato nelle parole riportate dalla BBC Sport –. Non riuscivo a vedere la pallina per le lacrime, letteralmente. Riuscivo a malapena a respirare. Da quell’episodio ho ricevuto maggiore attenzione e sicurezza. Quello che possiamo fare è vedere cosa è successo e reagire in modo positivo. Ora la situazione viene gestita in modo migliore, per me è importante. Ora sono sempre molto consapevole e non faccio le cose da sola, sono sempre con qualcuno”.
Quando e come sono cominciati gli episodi con lo stalker
Raducanu ha spiegato che l’uomo l’ha seguita per quattro tornei e l’ha approcciata in hotel prima della partita contro Muchova. Lui le ha dato una lettera e le ha fatto una foto innervosendo la giocatrice, che era consapevole della sua presenza a Singapore, Abu Dhabi e Doha nelle settimane precedenti. La britannica ha anche spiegato di aver informato un membro del suo staff, che però non ha riferito la cosa alla WTA fino al giorno seguente, lasciando quindi poche ore alla security per prepararsi.
Dopo una settimana di pausa, Raducanu riparte da Indian Wells: “Sono state settimane intense, molto stancanti. Sono tornata a casa in Inghilterra una settimana e poi ho deciso di venire qua. Da quando sono arrivata qua, per uno dei miei tornei preferiti, mi sento molto meglio. Non sapevo se sarei tornata così presto a giocare. Volevo solo essere sicura di essere pronta, ma mi sono stupita di quanto sono felice qui”.
Il supporto di Boulter
Non è il primo caso di stalking che ha riguardato Raducanu, dopo che un altro uomo aveva ricevuto un ordine restrittivo di cinque anni nel 2022. Ma, purtroppo, non è l’unica tennista ad aver subito questo tipo di episodi. Katie Boulter, ad esempio, ha raccontato la propria esperienza, a partire da un torneo a Nottingham: “C’era un ragazzo che mi ha scritto dicendomi che era fuori e che mi avrebbe fatto del male. Ho avvertito la WTA e l’hanno trovato. In quel momento ho realizzato che non vuoi essere parte di vicende del genere. Noi siamo molto fortunate che abbiamo la sicurezza e tante persone che ci aiutano in tutti i modi”. Boulter ha anche spiegato di aver scritto a Raducanu: “È una giovane donna fantastica, vederla coinvolta in queste cose non è bello. È una donna forte, lo supererà. Ma affrontare queste cose ti metto a disagio e ti fa sentire insicura. È una cosa che non auguro a nessuno”.