Simone Bolelli viene sconfitto in rimonta nel secondo turno di qualificazione agli US Open 2018. A passare al turno decisivo è Donald Young, che vince 0-6 6-4 6-2. Primo set che vola via in un lampo, con il padrone di casa che sembra non trovarsi per nulla a suo agio sul campo. Il tennista bolognese trova invece colpi potenti e profondi che mettono in seria difficoltà un giocatore confuso e poco in forma. In 20 minuti o poco più viene archiviato il primo parziale col netto punteggio di 6-0. Si riprende nel secondo set lo statunitense, che migliora nella precisione dei colpi e sbaglia molto meno di prima. Inizia a faticare in alcuni momenti anche Bolelli, che aveva sbagliato pochissimo nella parte iniziale. Al momento giusto inizia a spingere Young, che toglie il servizio al suo avversario nel game decisivo conquistanto il set per 6-4. Il terzo set vede i due contendenti sbagliare tantissimo in battuta, in particolare Bolelli che smarrisce la lucidità di inzio partita e commette troppi errori evitabili. Alla fine la vittoria di Young è meritata, ma i rimpianti per l’azzurro ci sono.
Approda invece al turno decisivo Lorenzo Giustino, che sconfigge Danilo Petrovic in tre set (6-2 4-6 6-3). Molto male il serbo al servizio nella prima frazione, mentre l’azzurro sembra abbastanza solido nonostante perda la battuta nella parte finale del set. Si riprende il numero 232 nel secondo parziale, quando effettua un break fondamentale alla conquista del set. La terza frazione inizia con tanto equilibrio ma pochi colpi degni di nota, mentre nel finale arriva la scossa da parte dei due tennisti, con Giustino che al termine ha la meglio e si regala la possibilità di giocarsi il main draw fino alla fine.
Thomas Fabbiano saluta New York. Il tennista pugliese si arrende al giocatore di casa Juan Cruz Aragone con il punteggio di 7-5 6-1. Una partita dai due volti: un primo set estremamente equilibrato, con i due giocatori che hanno servito con ottime percentuali e che si sono sfidati sul filo dell’equilibrio. Fondamentale la palla break mancata da Fabbiano sul 4-4 mentre il suo avversario è stato a bravo a sfruttare l’ultima chance proprio in extremis, nel dodicesimo gioco, evitando così il tie-break ed aggiudicandosi la prima frazione di gioco con il punteggio di 7-5. Lì la chiave dell’incontro perché Fabbiano non è riuscito più a trovare il bandolo della matassa ed ha perso nuovamente il servizio ad inizio secondo set, spianando la strada al suo avversario. Aragone, con un altro break nel sesto gioco, ha suggellato l’incontro chiudendo dopo poco più di settantacinque minuti di partita.