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Si è conclusa un’altra giornata agli Australian Open 2020: una giornata nella quale è successo davvero tanto. Ecco le pillole del direttore Alessandro Nizegorodcew.
– Roger Federer e i 7 match point annullati, da infortunato, a 38 anni suonati. Non credo serva aggiungere altro
– Voglio invece aggiungere qualcosa su Tennys Sandgren. Non si può non notare che sia un tennista da exploit. Uno che da bravo può diventare bravissimo nei giorni giusti. Passa periodi in cui perde al primo turno ad altri in cui è (quasi) ingiocabile. Battere Thiem, Wawrinka, Querrey, Berrettini, Fognini e fare due quarti di finale in tre anni agli Australian Open non è normale. La vittoria a Auckland 2019 rappresenta alla perfezione il concetto: 5 vittorie dominando senza mai perdere un set. Giocatore da rispettare
– Kvitova atterra
– Barty vola
– Djokovic passeggia
– Kenin, che rimane mia unica previsione giusta di tutto il torneo femminile, mi regala una piccola gioia. Sentivo che era pronta per il suo primo exploit Slam. Era nell’aria. Giocatrice di grande solidità, tecnica, tattica e mentale (quando si arrabbia, e capita, riesce subito a rimettersi in sesto). Caratteristica principale: perde solo quando l’avversaria gioca molto meglio di lei. Peccato non ci siano i coaching negli Slam, perché quando Alexander Kenin parla 70% in russo e 30% in americano fa sempre molto ridere
– Brava Melania Delai, che prosegue il proprio cammino nel torneo junior
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