Non sono giorni facili per Nicola Pietrangeli, la leggenda del tennis italiano attualmente ancora ricoverato dopo un incidente domestico che gli è costato la frattura dell’anca destra e un conseguente intervento chirurgico. L’operazione risale a quattro giorni fa ed è perfettamente riuscita, con Pietrangeli che ha subito iniziato l’inter riabilitativo presso il Policlico Gemelli. In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, Pietrangeli ha raccontato l’accaduto: “Mi trovavo in casa, erano le 22 circa e inavvertitamente ho inciampato e sono caduto a terra su un fianco, ho avvertito sin da subito un dolore molto forte e sono rimasto immobilizzato a terra -ricorda il vincitore di due Roland Garros-. Ho avuto paura perché ero solo in casa ma fortunatamente avevo il telefono con me per cui sono riuscito a chiamare il mio amico prof Giorgio Meneschincheri del Gemelli che ha attivato i soccorsi in emergenza e coordinato tutte le fasi del ricovero e dell’attuale percorso in ospedale insieme al prof Giulio Maccauro”.
PIETRANGELI: “VOGLIO RECUPERARE E TORNARE ALLA MIA VITA”
“Voglio recuperare il prima possibile. Sono i medici che possono parlare sul mio recupero ma io spero di tornare quanto prima alla mia vita normale frequentando il circolo canottieri Roma con gli amici e passare il Natale in serenità in famiglia”, ammette il classe 1933. “In sala operatoria scherzavamo insieme allo staff sanitario parlando di Sinner e Berrettini per distrarci dall’intervento”, ricorda Pietrangeli che ammette di aver avuto paura. “Non è paragonabile nemmeno alla finale con Laver. Da una parte c’era in gioco la mia vita, dall’altra il gioco del tennis”.
“Il ministro dello sport Andrea Abodi mi ha cercato, così come il presidente del Coni Giovanni Malago, il mio amato presidente Angelo Binaghi, Adriano Panatta, Antonello Venditti, Giordano Maioli, Licia Colò, e tanti amici del mondo dello sport”. Preferirebbe la visita di Sinner o Berrettini? “Tutti e due indistintamente. Sono due bravi ragazzi e due campioni come ho sempre sostenuto”, ammette Pietrangeli, che poi tiene a fare dei ringraziamenti: “Mi preme ringraziare tutto il personale sanitario a partire dall’amico professore Giorgio Meneschincheri, al mio chirurgo ortopedico Giulio Maccauro e a tutto il personale sanitario di reparto che mi sta accudendo con grande dedizione”
PIETRANGELI: “AUGURO A SINNER DI BATTERE RECORD DI DJOKOVIC”
Anche per riassaporare la normalità , Pietrangeli torna a parlare d’attualità tennistica: “Sinner è giovane, ha molte possibilità di vincere ancora tantissimi Slam, è difficile quantificare quanti ma gli auguro di cuore che possa battere il record di 24 Slam di Novak Djokovic. Caso Clostebol? Sono certo che tutto verrà chiarito e che tutto sarà archiviato quanto prima così che il giocatore possa ritrovare la sua tranquillità ”.
Il tennis italiano sta vivendo un’epoca d’oro e Pietrangeli non può che applaudire tutti: “Bravissimi in particolare Sinner e Berrettini per la Coppa Davis, da quello che vedo e sento c’è un bellissimo feeling tra di loro e con tutta la squadra”. Infine tanti applausi anche a Jasmine Paolini, finalista al Roland Garros e a Wimbledon. “Il tennis femminile mondiale è in forte crescita. Oggi è tra le prime 4 al mondo e sono certo che potrà migliorare il suo ranking”.Â
PIETRANGELI: “HO IL RAMMARICO DI NON AVER VINTO WIMBLEDON”
La leggenda del nostro tennis ricorda anche il suo passato da giocatore e capitano: “Ho chiuso la mia carriera da giocatore con il rammarico di non aver vinto Wimbledon, poi da capitano di Coppa Davis mi è molto dispiaciuto quando mi hanno esonerato dall’incarico. La finale con Ayala a Parigi nel 1960 è stata la partita più difficile della mia carriera, ho vinto con dolori atroci per delle vesciche che mi facevano sanguinare i piedi”, aggiunge Pietrangeli che ricorda con un po’ di nostalgia i suoi più grandi amici del mondo del tennis che ormai non ci sono più. “Orlando Sirola a lungo mio compagno di doppio in Davis e nei tornei e il grande campione spagnolo Manolo Santana”. Infine rivendica con orgoglio il record di partite disputate e vinte in Coppa Davis. “Un record che non credo si potrà mai battere anche perché sono cambiate le regole”.