Tennis

“One more”: l’Italia piega l’Australia e torna in finale di Coppa Davis

Matteo Berrettini - Crediti Getty Images x ITF

Da Malaga, Pietro Corso.

Un anno dopo siamo ancora qui, pronti ad assistere ad un’altra finale di Coppa Davis. L’Italia, che aveva atteso 47 anni per vincere la seconda “insalatiera d’argento” della sua storia, adesso ha fame di tris. L’aggiornamento del libro dei record passa dall’ultimo atto contro l’Olanda, ma la sfida di oggi vinta contro l’Australia ha confermato ancora una volta la potenza di fuoco dei ragazzi di Filippo Volandri. Nessuno potrà mai dirci come sarebbe finita in caso di parità, considerando le qualità del doppio dei nostri avversari odierni; per fortuna, rimarrà un pensiero di capitan Lleyton Hewitt che stanotte andrà a dormire con tanti “se” nella testa, conscio del buon percorso fatto dai suoi fino in fondo alla penultima sfida di Malaga. L’Italia ha intanto migliorato il percorso del 2023, quando per giungere a giocarsi la Davis vinse 2-1 contro l’Olanda (adesso finalista, per la prima volta nella sua storia) e la Serbia.

San Matteo da Roma

Il passaggio del tie contro l’Australia aveva un nodo parecchio stretto da sciogliere, quello del singolare che non avrebbe visto come protagonista Jannik Sinner. Le partite del numero uno del mondo adesso sembrano una formalità, le altre meno. Stavolta Volandri preferisce Berrettini a Musetti per sfidare l’ottimo Thanasi Kokkinakis, già protagonista contro gli Stati Uniti quando sconfisse Ben Shelton. La partita tra i due è un tripudio di prime di servizio, mentre gli scambi sono pochi. “The Hammer” è in modalità back, e “Kokki” preme dal lato sinistro del campo, provando a scardinare la difesa di Matteo. La prima salva spesso e volentieri il romano, che non soffre quasi mai nei propri turni di servizio e si procura un totale di 5 palle break nel primo set. Per sua sfortuna, il bilancio di quelle convertite non gli sorride (3 su 10, appena il 30%), ma sul 5-5 Kokkinakis perde finalmente il servizio. Il vantaggio Italia durerà solo qualche minuto: contro break e tie-break. A partire meglio è l’australiano, ma è ancora una volta la battuta a sostenere Berrettini che si procura due set point. Sul primo dei due, qualora oggi fosse arrivata una sconfitta, ci avremmo ripensato per decenni. L’ex numero 6 ATP prende campo e avanza, muovendo Kokkinakis sul rovescio. L’australiano gioca un passante in corsa che Matteo battezza fuori: la palla è invece pienamente dentro il campo. Ecco quindi che l’uomo di Hewitt rimonta e trasforma la prima palla set per portarsi avanti. Nel secondo parziale l’inerzia sembra spostarsi verso le tinte gialloverdi. Berrettini resiste, salva una palla break sull’1-1 e torna a far gridare il Palazzo dello Sport di Malaga strappando il servizio del suo avversario per portarsi sul 5-3 e chiudere il secondo set. Nel terzo tornano a comandare le battute: il dato finale segnerà l’82% di prime palle in campo per l’Italia e il 59% per l’Australia. Non è un caso che infatti, a cedere sia proprio Kokkinakis sul 5-5. Se però la contesa torna a colorarsi di verde, bianco e rosso, è perché sul 15-0 di quel game Berrettini si inventa un recupero di dritto in corsa senza senso. Il pubblico è incontenibile, e sostiene il suo beniamino anche sul 6-5, quando ormai non c’è più nulla da fare. L’urlo del “Jose Maria Martin Carpena” è uno di quelli che fa capire quanto il tie sia indirizzato verso i nostri colori.

Il solito Jannik, il solito Alex

Poi tocca a Sinner. Il numero uno del mondo ha affrontato Alex De Minaur per 9 volte (compreso oggi), vincendo 9 volte. Negli ultimi 5 incontri Jannik ha trionfato in due set, e così va anche nel secondo atto di Malaga tra i due. 6-3 6-4, stesso identico risultato dello scontro diretto delle ATP Finals di settimana scorsa, con la netta sensazione che se i due giocassero altri 200 set probabilmente finirebbero tutti 6-3 o 6-4. L’andazzo della partita si capisce sul 3-2 del primo set: l’australiano difende una palla break e l’altoatesino gli fa fare destra-sinistra almeno 3 volte prima di chiudere il punto con la palla corta. De Minaur guarda Hewitt e mima il gesto del tergicristallo. Più eloquente di così non si può. Il numero 9 del mondo, che gioca l’ennesima partita molto concreta della sua storia contro Sinner, è comprensibilmente frustrato. Stare bene in campo, muoversi correttamente e provare a stare al passo del tuo avversario, per poi ritrovarsi sempre con lo stesso punteggio finale, non deve essere cosa carina, specie in uno sport come il tennis dove non ce la si può prendere con nessuno. Nel caso ci fossero dubbi sull’eloquenza del precedente gesto di Alex, la dimostrazione definitiva della delusione arriva con il match point, dove la Wilson dell’australiano viene divisa a metà. L’Italia ha messo anche il penultimo tassello: ne manca solo uno per sancire la terza vittoria della Coppa del Mondo della nostra storia. Non resta altro che scoprire se ci riusciremo.

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