Fabio Fognini è indubitabilmente uno dei migliori tennisti italiani che il circuito tennistico abbia mai potuto apprezzare. Lo straordinario tennista di Arma di Taggia, istrionico quanto stilisticamente perfetto, sregolato quanto rigorosamente leggiadro, divide da sempre il pubblico tennistico: è il classico esempio dell’ormai proverbiale espressione “o lo ami o lo odi”. Eppure, qualsiasi sia il giudizio dei singoli su Fognini, ciò che è obiettivo e sotto gli occhi di qualunque osservatore (anche distratto) è il suo sconfinato, splendido, maledetto, prezioso, meraviglioso talento.
Non solo una peculiare “pulizia” dei colpi che fa sobbalzare ogni appassionato, ma anche un senso (e una messa in pratica) dell’anticipo praticamente senza eguali nel parco tennistico nostrano, così come una sensibilità sopraffina che gli permette di usufruire agevolmente di soluzioni di tocco da ogni dove. Non vi è colpo tennistico che Fognini non sappia riprodurre alla perfezione, volée inclusa, sebbene non sempre il suo tennis riesce a offrirgli tutto ciò che la sua idea di gioco può teoricamente garantire. Fognini però è piacere sportivo, è gioia del colpo, è passione per l’estetismo (anche fine a se stesso, talvolta, ma per cui vale la pena guardare una partita di tennis). Fabio è anche però fatica, rifiuto della concezione di “limite”, follia. Fognini è questo e tanto altro: cosa possiamo aspettarci dal pirata ligure nel 2023?
ANALISI
Fognini è un classe ’87, da tempo quindi un tennista affermato, costantemente qualcuno da cui aspettarsi un exploit inatteso, un risultato sulla carta inconcepibile. La carta, appunto, però, conta pochissimo se si tratta del nativo di Sanremo; l’azzurro è infatti genio tennistico puro, seppur i risultati, considerando l’ultimo anno andato in scena, non rispecchiano le sue potenzialità.
Il fisico, infatti, non è più quello del periodo d’oro, e talvolta gli acciacchi fisici di Fognini non gli consentono di raggiungere quel qualcosa in più che ricerca; nonostante questo, anche se sottoforma di guizzi isolati, l’italiano non ha mai smesso di regalare prestazioni d’orgoglio e di classe, inanellando discreti tornei. Non abbastanza sicuramente per il sempre ambizioso Fognini, il quale ha costantemente preteso tanto da se stesso, correttamente per quello che la sua storia ha raccontato.
PROSPETTIVA
Dopo il titolo Masters 1000 a Montecarlo nel 2019, valso una carriera intera (sebbene essa abbia detto anche molto altro), Fognini ha collezionato anche alcuni altri ottimi piazzamenti e risultati, mai però eguagliando i livelli monegaschi. Nonostante questo, è innegabile che il ligure abbia sorpassato il meglio da poter offrire al palcoscenico internazionale; la sensazione negativa è che, spesso, Fognini si “adagi” sul suo talento e sull’essenza stessa dell’interpretare un esteta del tennis, auto-precludendosi di poter arrivare più in fondo in determinate competizioni. Un mix tra le problematiche fisiche, la consueta altalena di rendimento e di emozioni durante i suoi match e un livello sempre più alto del circuito maggiore hanno fatto sì che il rendimento e le pretese sugli obiettivi di Fognini non fossero più quelli stabili da almeno un decennio a questa parte.
Una nuova stagione è alle porte e Fognini non ha certamente intenzione di far prevalere la negatività, nel duello con le sue capacità. Il tennis dell’azzurro brilla ancora ad altissimi livelli, sa esaltare le folle, sa sorprendere, sa emozionare, sa far vivere uno sport che ha necessità dei lampi di un campione e un’icona d’Italia di questo calibro. Il Fognini del 2023 sarà maturo, consapevole di alcuni suoi limiti, ma ancor più convinto (in modo lecito) di non dover avere “paura” di alcun avversario, tra singolare e doppio; come da lui più volte dichiarato, soprattutto per quanto concerne la terra rossa, difficile che possa esservi qualcuno di imbattibile nel singolo match.
STUPIRE
Un Fognini in buona forma e nel giusto “mood” è sempre stato “una spina nel fianco” per qualsivoglia rivale; questo tipo di sensazione sta andando disperdendosi? Forse, ma Fognini è pronto a ribaltare le regole, mischiare le carte e, per di più, far cadere rovinosamente il tavolo da gioco. Il ligure può ancora ambire a buoni piazzamenti Slam e ottimi risultati nei 250/500; con la volontà pura di regalarsi ancora una grande gioia nel circuito maggiore, senza dover dimostrare alcunché, Fognini diventa impossibile da sottovalutare. Cosa aspettarsi? Non certo Godot, ma un Fabio volenteroso di stupire…ancora.