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Il 2018 non è stato l’anno più felice e fortunato della giovane carriera del tennista di Andrey Rublev, nonostante la qualificazione alla seconda edizione delle Next Gen Finals di Milano. A dire il vero la stagione incomincia alla grande con una finale a Doha, torneo nel quale si toglie la soddisfazione di eliminare giocatori del calibro di Verdasco, Coric e Pella, prima di arrendersi a Gael Monfils in 2 rapidi set. Il moscovita si trasferisce a Melbourne per il primo grande appuntamento dell’anno e non si comporta affatto male, eliminando Ferrer e Baghdatis al termine di 2 maratone che denotano i grandi progressi anche a livello mentale di Andrey. Si arrende solo ad un gran Dimitrov al terzo turno.
Dopo gli Australian Open iniziano tuttavia i problemi per Rublev, che esce prematuramente sia ad Indian Wells sia a Miami rispettivamente da Fritz e da Pospisil, mostrando qualche lieve insofferenza fisica. È il preludio all’infortunio alla schiena che costringerà il giovane Next Gen russo a lasciare le competizioni per circa tre mesi. Infatti, al termine della splendida maratona contro Thiem a Montecarlo, il moscovita, consigliato dal suo staff, decide di fermarsi ai box fino a luglio. Ad appena due settimane dal suo ritorno, Andrey raggiunge un’insperata semifinale a Washington, dove ad estrometterlo è Alex De Minaur in una battaglia di quasi 3 ore nella quale Rublev spreca 4 match point consecutivi nel tiebreak del secondo set. Nonostante i buoni segnali di ripresa che il 21enne di Mosca aveva mostrato nel corso del torneo americano, tornano i problemi e le sconfitte, dovute probabilmente ad una generale disabitudine alla partita, oltre che ad una condizione fisica non ancora perfetta per usare un eufemismo. Da lì in poi infatti sono soltanto 3 le partite vinte su 13 giocate, bottino troppo risicato per una giovane promessa del tennis mondiale.
COME ARRIVA ALLE NEXT GEN FINALS DI MILANO
Dopo una stagione così problematica per il russo, che dopo lo stop forzato per l’infortunio alla schiena non ha mai dato l’impressione di poter tornare a recitare un ruolo da protagonista nel circuito maggiore, le aspettative su di lui per le Next Gen Atp Finals di Milano non sono naturalmente ottime.Lo scorso anno, alla prima edizione, Rublev disputò un gran torneo, si arrese solo in finale a Chung, dopo aver letteralmente asfaltato Coric in semifinale in 3 rapidi set. Difficile però pronosticare un ritorno così veemente da parte dell’attuale numero 76 del Mondo, che ha necessariamente bisogno di essere fisicamente al 100% per poter esprimere il suo tennis esplosivo, fatto di pressione continua da fondo campo, ma mai dare per morto il moscovita dal forte temperamento. Se è complicato considerarlo favorito, lo è ancora di più pensare che abbandoni Milano senza lottare. Chissà che il veleno non stia nella coda.