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Massimo Sartori è arrivato a Rho Fiera per vedere le ATP Next Gen Finals 2018. Durante la sua permanenza il coach storico di Andreas Seppi ha parlato ai microfoni di Sportface proprio partendo da quella che sarà la stagione del tennista di Bolzano che è tornato in top 50. “Andreas sta bene fisicamente ed è molto motivato. Adesso sarà una stagione diversa dal punto di vista della programmazione perché dopo Melbourne sarà obbligato a giocare i Masters 1000 di Indian Wells e Miami. Quindi se l’anno scorso lì avevamo evitati per preparare la terra, in questa stagione dovremo fare diversamente – afferma Max che vede ancora lontano il ritiro dall’attività di Andreas – Con un rendimento come quello che ha avuto non si può smettere di giocare. Poi magari subentrano altre cose perché cambia la vita, ma finché gioca come ha fatto quest’anno penso sia difficile smettere”.
Sartori poi parla della coppia Cecchinato-Vagnozzi con un’occhio di riguardo per quest’ultimo che lui ha avuto modo di seguire a lungo nel suo percorso da giocatore. “Vagnozzi è un po’ il mio orgoglio da coach perché insieme a Seppi lo posso ritenere uno dei miei giocatori storici. E’ stato con me a Caldaro a lungo, lo ho avuto sin da piccolo e ha fatto un’ottima carriera. Per quanto riguarda la carriera da coach di Simone posso dire che è nata in un momento in cui avevamo Cecchinato da gestire e ho pensato che lui fosse la persona giusta. Penso che i risultati di quest’anno parlino da soli e credo che sia uno dei migliori lavori visti nel circuito ultimamente“.
Passando poi al torneo di Rho Fiera, Sartori dice la sua sul regolamento: “Questa tipologia di regolamento mi piace moltissimo. E’ difficile cambiare di punto in bianco però queste regole velocizzano la partita e una buona parte le adotterei – prosegue Sartori – Arrivando a quattro bisognerebbe cambiare l’approccio al match e il tipo d’allenamento perché partendo male recuperare è veramente difficile”. In conclusione Sartori parla della regola del coaching è quella che eventualmente lo riguarderebbe più da vicino: “Nel tennis maschile non sarebbe facile applicare il coaching come accade nel WTA. Perché scambiare idee sotto pressione potrebbe portare a situazioni particolari da gestire”.
Ecco l’intervista integrale a Massimo Sartori