Prima conferenza stampa insieme per Rafa Nadal e Carlos Alcaraz, che hanno risposto alle domande di sette giornalisti spagnoli scelti da Netflix per presentare l’esibizione che si svolgerà nella nottata italiana alla Michelob Ultra Arena di Las Vegas. “Dire come io stia adesso rappresenta un azzardo anche per me. Sicuramente ho passato momenti peggiori, ma non colpisco una pallina dal torneo di Brisbane, avrei bisogno di testarmi“, ha esordito la leggenda di Manacor, che tornerà in gara fra pochi giorni ad Indian Wells dopo quasi un anno di stop.
“Se sono qui a parlare con voi è già una discreta notizia – ha proseguito Nadal, come riportato da Marca -. Al di là dei risultati che avrei sperato di ottenere, un paio di settimane fa i miei obiettivi erano giocare questa esibizione e giocare Indian Wells, diciamo che sono vicino a realizzarli. Non so a che livello sarò in California, ma ammetto che al momento è la cosa meno importante. Posso andare lì e allenarmi per un bel po’ di giorni con dei professionisti, e anche solo questo mi aiuterà. L’unica cosa che davvero mi auguro è di uscire da Indian Wells illeso e in una condizione fisica migliore di quella con cui sono arrivato, in modo da preparare al meglio la stagione su terra su cui punto moltissimo. Se sarà la mia ultima? Non ho ancora davvero deciso“.
“Stavo giocando bene, avevo un discreto feeling. Il problema non è stato tanto non aver potuto giocare l’Open di Australia, ma l’essermi dovuto fermare ancora una volta – ha spiegato Rafa circa l’avvicinamento a Indian Wells -. Se avessi potuto completare la stagione in Australia e poi giocare a Doha, che poi sarebbe stato il calendario originale, adesso sarei pronto, o quasi. Quando sei avanti con l’età se ti fermi il corpo ci mette molto più tempo a rimettersi in moto, mentre la continuità ti permette di sopportare i carichi. Inoltre, dopo ogni stop aumenta enormemente il rischio di infortuni. Non è più un’esclusiva questione di tennis“. “Mi piacerebbe giocare a Monte Carlo – ammette Nadal -. E poi, a questo punto della mia carriera, devo capire come sto in ogni momento, le sensazioni che provo e dove più mi piacerebbe giocare. Voglio fare le cose che voglio davvero per essere felice“.
“Questo non è un addio, altrimenti direi che non giocherò più – sottolinea il campione spagnolo -. È un punto importante e non lo voglio dire perché non ne sono sicuro al 100 percento. All’inizio non pensavo al ritiro perché avrebbe significato esserci più vicino. Mi piacerebbe dare l’addio quando ancora sono competitivo e mi diverto in campo. Questo però lo dirà il tempo. Ci sono momenti complitati da gestire. Due settimane fa, quando non ho potuto giocare a Doha, è stato un altro colpo duro. Ma ora sono qui e voglio darmi l’opportunità di godermela ancora per un po’“.
Infine, Nadal ha speso parole di apprezzamento per il giovane Alcaraz: “Carlos ha una giovinezza che ti dà molte cose e questo è ciò che conta di più. Ha un’energia, una passione e una fiducia che ti aiutano ad affrontare i momenti importanti con poca paura. Le paure si sviluppano negli anni o almeno quella è stata la mia esperienza. Quando inizi, tutto è nuovo e hai vissuto poche cose brutte. Con il passare degli anni ti capitano cose brutte e, anche se provi a dimenticarle, le tieni sempre in un angolo. Alcaraz è aria fresca per il tennis ed è un giocatore speciale perché per la sua età è uno dei più completi che abbia mai visto“.
Le parole di Carlos Alcaraz
“È sempre bello giocare con Rafa – ha detto Carlos -. Ci siamo affrontati tre volte, due belle battaglie e la prima è meglio non ricordarla (6-1 6-2 per Nadal a Madrid nel 2021, ndr). È una buona preparazione per Indian Wells per vedere cosa dobbiamo migliorare, qual è il nostro livello e continuare a imparare da questo adesso. È un privilegio averlo intorno“. “Lo swing nordamericano dopo Wimbledon non è stato affatto male. La gente pensa che se non vinci titoli sia brutto, ma non è così – ha sottolineato il 20enne spiegando i risultati dopo il trionfo a Wimbledon -. Ho fatto i quarti a Toronto, la finale a Cincinnati con Djokovic e la semifinale allo US Open. Quello che certamente si sarebbe potuto migliorare è da settembre, non abbassare il livello e la concentrazione come ho fatto io“.
“Ne abbiamo parlato, io e Juan Carlos (Ferrero, ndr) e ce ne siamo occupati. Quest’anno ho iniziato con buone sensazioni in Australia, poi a Buenos Aires non ho dato il meglio e Rio è stata una cosa inaspettata ma che può succedere“, ha proseguito Alcaraz ricordando l’infortunio alla caviglia che lo ha costretto al ritiro. Non vedo fallimento e frustrazione in quello che è successo dopo Wimbledon. Devo imparare da quelle esperienze e da quei momenti” ha concluso il giovane spagnolo, assicurando che ora i problemi alla caviglia sono del tutto risolti.