“Da piccolo ho visto tantissimo tennis in televisione. A volte mi sembra davvero irreale essere lì perchè so quanto fossero forti quelli che stavano giocando”. Ormai Casper Ruud è uno di loro. Il norvegese se la vedrà contro Rafael Nadal nella finale del Roland Garros 2022, un torneo che il maiorchino ha vinto per tredici volte e dove non è mai stato sconfitto nell’ultimo atto. Ciò già basterebbe per far tremare le gambe a chiunque. Immaginatevi se poi, dall’altra parte della rete, ci sia anche il vostro idolo sportivo nonchè titolare del posto dove vi allenate quotidianamente. Da quando Ruud ha messo piede alla ‘Rafa Nadal Academy’ qualche anno fa, infatti, la sua carriera ha preso letteralmente un’altra piega. La scalata del ranking mondiale fino alla top ten, i notevoli miglioramenti sia al servizio sia con il dritto ma soprattutto la consapevolezza di potersela giocare anche sulle superfici rapide.
Lo hanno confermato il titolo conquistato a San Diego lo scorso anno ed anche la finale ottenuta da pochi mesi al Masters 1000 di Miami. Ma Casper il meglio lo dà sul rosso. Qui al Roland Garros ha scritto la storia diventando il primo tennista del proprio Paese ad arrivare nella finale di un torneo dello Slam. Un misto tra concretezza, esplosività e devastante preparazione fisica gli ha permesso di cogliere un obiettivo quasi impensabile alla vigilia, anche sfruttando alla perfezione una parte bassa di tabellone che ha perso i propri potenziali favoriti. Adesso lo scontro con Nadal, il primo confronto diretto della loro carriera.
Il maiorchino vuole compiere un’altra leggendaria impresa dopo gli Australian Open vinti a gennaio. Il Roland Garros lo ha preparato nella maniera in cui mai avrebbe voluto, solamente con tre partite sulle spalle a causa di una costola rotta ed un dolore al piede sinistro che quasi aveva fatto temere la sua assenza. L’ex numero uno del mondo, così come a Melbourne, è partito a fari spenti, forse anche non troppo considerato da qualcuno. Per molti una sua vittoria contro Djokovic ai quarti di finale sembrava impossibile. Lo spagnolo non si è mai nascosto pur facendo intendere che il problema fisico con cui ormai convive è reale. “Non sono uno dei favoriti ma se sono qui è perchè penso di avere delle chances”, queste le sue parole alla vigilia dello Slam parigino.
Naturalmente non si augurava di arrivare in finale nel modo in cui l’ha fatto. Le urla e le lacrime di Alexander Zverev, infatti, sono ancora negli occhi di chi stava assistendo ad un match incredibile per pathos e tensione. Adesso c’è Ruud, contro cui non ha mai giocato in carriera prima di oggi. Il norvegese non sembra avere le caratteristiche tecniche per poterlo impensierire. Il servizio ed il dritto sono da temere per l’effetto e le traiettorie che il giocatore di Oslo riesce ad imprimere. Sembrano però troppo rilevanti le carenze dal lato del rovescio, che lo spagnolo potrà sfruttare soprattutto con il suo servizio mancino da sinistra.
La completezza tecnica di Nadal potrebbe essere deleterea per uno come il suo avversario che, se chiamato nei pressi della rete, non sa molto bene come gestire la situazione. Un punto a favore per Ruud è sicuramente la condizione fisica, da sempre suo punto di forza. L’iberico potrebbe risentire di un po’ di stanchezza dopo le due battaglie contro Djokovic e Zverev ma una cosa è certa: si metterà in trincea pur di portare a casa questo quattordicesimo Roland Garros che, mai come quest’anno, potrà essere ancora più significativo.