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Per poter capire al meglio la straordinaria capacità di sopportazione di Rafael Nadal vale sempre la pena ricordare cosa gli disse da bambino Zio Toni, oggi seduto sulla panchina del canadese Auger-Aliassime dopo una vita trascorsa nell’angolo del nipote: “Resisti, impara a superare la tua debolezza ed il tuo dolore. Spingiti al limite e non mollare mai. La testa e l’atteggiamento sono tutto. Mantieni i nervi saldi, più del tuo avversario”. Su queste quattro frasi, apparentemente banali ma tremendamente complesse allo stesso tempo, il maiorchino ci ha costruito non solo una carriera ma anche una vita. Quasi un anno fa, reduce da un’operazione chirurgica al piede sinistro e dalla positività al Covid-19, si apprestava a partire per la trasferta oceanica.
Oggi, a trentasei anni, è nuovamente volato in Australia. Lo ha fatto da padre per la prima volta, numero due del mondo e con un paio di Slam in più nel proprio museo. Perché Nadal è un po’ il Mr. Wolf del tennis. Ogni giorno gli si pongono davanti dei problemi, fisici quanto tecnici. Il suo unico scopo, però, è trattarli come impedimenti a cui trovare rapida soluzione per non rischiare di farsi investire da essi e far sì che possano tramutarsi in alibi. Nonostante l’età che avanza, continua ad avere l’energia e la voglia di un ragazzino che muove i primi passi nel circuito. Con il suo modo di fare ci ricorda sempre quanto sia gratificante rendere onore ad una passione che, soprattutto grazie ai sacrifici ed alla forza di volontà, si è trasformata anche in un lavoro.
Dentro di lui, insieme alla convinzione che esista una vita oltre il tennis, alberga la consapevolezza di non voler ancora scoprirla. “So che ogni giorno è quello più vicino al ritiro, ma mi sforzo perché sia il più tardi possibile e mi alleno sempre perché resti lontano. Ma è chiaro che prima o poi arriverà e nella vita ci sono altre cose che non siano il tennis”, questo un recente commento di Nadal sul delicato tema del ritiro, un’ipotesi più volte paventata nel corso del 2022 ma mai realmente presa in considerazione di fronte ai risultati messi in fila uno dopo l’altro. La nuova stagione, a dispetto dei problemi fisici con cui ormai è costretto a convivere da tanti anni, non si prospetta differente dalle ultime.
Lo spagnolo proverà a cercare qualche acuto sui campi veloci o in erba riversando la maggior parte delle proprie energie ai tornei su terra rossa, Parigi su tutti. Al Roland Garros ed in particolare sul Court Philippe Chatrier, infatti, il quattordici volte campione rimane giocatore totalizzante, non giocabile, semplicemente superiore a tutti i suoi colleghi, praticamente inermi di fronte allo spirito indomito del loro avversario. Ma Nadal sta rivelando a tutti anche un’intelligenza tattica fuori dal comune. Nessuno, infatti, era pronto a puntare sul maiorchino, destinato secondo tanti esperti a non avere una carriera lunga davanti a sé per via del suo gioco apparentemente meccanico e parecchio dispendioso dal punto di vista fisico.
Ma l’esperienza e la mentalità dello spagnolo non conoscono limiti. Con astuzia ed umiltà ha diminuito la percentuale di punti ottenuti con la propria chela mancina di dritto negli ultimi anni per iniziare a chiedere tantissimo al rovescio, al servizio, al gioco a rete e alla palla corta, colpi rivelatori di una completezza tecnica ormai ampiamente sdoganata. L’ennesimo de profundis nei suoi confronti è stato pronunciato lo scorso novembre dopo le due eliminazioni a Parigi Bercy ed alle ATP Finals, giunte peraltro dopo un lungo periodo d’inattività per recuperare dai problemi fisici ed assistere la moglie in dolce attesa.
Impossibile dire se riuscirà a vincere un altro Slam. Quel che è certo, però, è che, fino a quando si presenta in campo, pensa ancora di poter avere possibilità di vittoria, lui che negli anni è riuscito ad oltrepassare i limiti della longevità sublimando il dolore in una forma d’energia contrastabile solo da pochi eletti. Fuoriclasse mai sazio, numero due del mondo, al via nella sua prima stagione da papà, campione in carica degli Australian Open e del Roland Garros: la sensazione è che la vita oltre al tennis possa attendere.
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