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“Ho incrociato Jannik che aveva 12 anni e mezzo, quando il mio amico Alex Vittur mi disse ‘Ho visto il ragazzino più forte che c’è’. Lui era di Sesto Pusteria, Alex lì era il tennista più forte, un mio amico, giocava nella mia squadra di tennis, da lì è iniziata la storia di questo ragazzino fantastico che ha intorno a sé delle persone che lo hanno sempre protetto, curato, hanno fatto in modo che non gli mancasse nulla per la crescita. E’ una storia bellissima”. Lo ha detto Max Giusti, noto conduttore e comito, nonché appassionato di tennis e consigliere Fit, all’Adnkronos raccontando un retroscena su Jannik Sinner: “Ho pianto per Jannik, per Alex, per la sua famiglia. Amo il tennis, ho la fortuna di avere un’accademia di tennis, di lavorare con la Federazione italiana tennis e vedere questi ragazzini. E visto che Jannik ha dormito sul mio divano, credo che non lo venderò più. La cosa bella è che vuole sempre migliorare. E’ il giocatore italiano che più ha investito sul suo gruppo di lavoro, Jannik ogni volta che sbaglia si mette in discussione e non esce dal campo finché non ha imparato una cosa nuova. E’ un campione vero”.
Ci sono altri retroscena: “Molti pensano che sia freddo, glaciale, non è così: è un ragazzo pieno di emozioni, solo che ha imparato a gestirle, ed è di una simpatia che per me è difficile infilare una battuta prima di lui quando siamo tra amici. Con la battuta mi frega sia in campo che fuori. Ricordo ancora una sera a Roma, durante gli internazionali di Tennis, quando andammo dal mio amico Angelone agli Spaghettari, a Trastevere. Lui, con un oste romano, a prendersi in giro tutto il tempo. Fuori dal calcio, per me c’é Valentino, Tomba e ora Sinner”.
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