Partirà il prossimo 10 maggio il Masters 1000 di Roma, Internazionali Bnl d’Italia, ultimo appuntamento prima di uno degli eventi principali nel calendario tennistico: il Roland Garros. Ciò che è certo è che mancherà Roger Federer: per lui il Foro Italico è destinato a rimanere un tabù, insieme a Montecarlo è uno dei pochissimi tornei importanti che non ha mai vinto, pur giocando svariate finali.
Quella leggendaria risale al 2006 contro Nadal, cinque set e due match point falliti per quella che ad oggi è ritenuta una delle migliori e più emozionanti partite di tutti i tempi. Quest’anno il Federer dei vecchi tempi è tornato, ma non ci sarà nella capitale italiana. Presentissimo invece Rafa, che dopo le finali perse a Melbourne e Miami, ha conquistato per la decima volta sia Montercarlo, sia Barcellona. Il tennista maiorchino, scomparso dai radar negli ultimi anni, sta attraversando una seconda giovinezza testimoniata anche dai punti raccolti nella Race in questa prima parte di stagione.
Se il maiorchino vuole sperare di riprendersi il n.1 al mondo deve obbligatoriamente continuare nella sua esaltante stagione sul rosso, dove è stato protagonista assoluto per quasi una decade. Arriverà a Roma fra i favoriti assoluti della rassegna romana: molto dipenderà dall’esito dei tornei precedenti e da una concorrenza agguerrita.
A partire dal campione uscente, Andy Murray, che batté Nole Djokovic con un doppio 6-3 in una finale molto meno equilibrata di quanto non si pensasse. Il n.1 del mondo non ha giocato bene finora nel 2017: la grande possibilità è proprio quella di vederlo nuovamente in campo al Foro per poter preparare al meglio il Roland Garros, uno dei grandi tornei mancanti nella bacheca dello scozzese.
Per Djokovic il 2017 è finora il peggior avvio di annata della sua carriera, almeno considerando l’ultimo eccezionale lustro vissuto facendo incetta di trofei su ogni superficie. Il ritorno dei grandi del passato e di alcune nuove leve ha però offuscato la vena grintosa e la forza mentale del serbo, da sempre punti di forza del suo gioco, costringendolo a rivoluzionare radicalmente il suo team. Le motivazioni potrebbero appunto nutrirsi di nuovo e vecchi avversari tornati terribilmente competitivi, dopo un lungo periodo in cui è sembrato procedere senza intoppi fino a quella vittoria a Parigi che l’anno scorso lo ha svuotato di buona parte delle motivazioni.
Roma è però terra italiana e come tale il pubblico, sempre numerosissimo, si attende un exploit dai suoi protagonisti. Su tutti, Fabio Fognini: per il ligure è stato un ottimo inizio di primavera, culminato con la semifinale in quel di Miami persa con Nadal e dopo aver battuto Tsonga ad Indian Wells, reduce da due tornei vinti a febbraio. Un infortunio lo ha costretto purtroppo a saltare i quarti di finale di Coppa Davis persi col Belgio, ma ora Fognini punta ad essere in grande forma per Roma dove non ha mai ottenuto grandi risultati. Resta però celebre la rimonta e vittoria del 2015 con Dimitrov allo Stadio Pietrangeli, infiammando il pubblico con giocate sontuose ed una grinta che rimetterà in campo quest’anno, sempre che Flavia Pennetta non partorisca durante il torneo: in questo caso, Fognini ha già annunciato che rinuncerebbe a giocare.
Avrà una wild card Seppi, mentre sarà in gara anche Lorenzi: una garanzia il senese, che a 35 anni sembra aver trovato la piena maturità. Per lui, sul centrale del Foro Italico, resta indelebile il ricordo di un set vinto al tie-break contro Nadal prima di cedere sfiancato al ritorno vincente del nove volte vincitore del Roland Garros.