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Roger Federer batte Radu Albot in tre set (4-6 7-5 6-3) nel secondo turno del Masters 1000 di Miami 2019. Più sofferto del previsto il successo del numero cinque del mondo, che impiega due ore e undici minuti di gioco prima di poter alzare le braccia al cielo. Ad attenderlo al terzo turno c’è il serbo Filip Krajinovic.
LA CRONACA – Avvio contratto per Federer che perde i primi due punti sul proprio servizio. Roger è troppo falloso con il rovescio e concede il break immediato al proprio avversario.
Lo svizzero tenta subito di rifarsi e ottiene quattro palle del contro-break nel game successivo. Tutte le chance vengono, però, annullate dal moldavo (0-2). Albot dimostra di non aver alcun timore reverenziale nei confronti del “re”, al suo primo incrocio assoluto col campionissimo, e continua a testarne la solidità al servizio mostrando una grande forma atletica.
Federer non riesce a mettere in difficoltà il suo avversario: il primo set va al moldavo in poco più di mezz’ora di gioco (4-6).
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SECONDO SET – Si procede senza sussulti sino al settimo game, quando Albot sale nuovamente a break point sul servizio dello svizzero. Roger continua a mostrarsi particolarmente falloso, ma riesce a rimediare al momento di difficoltà con due ottime prime (4-3).
Dopo il grande spavento, Federer prova a destarsi e si procura una chance per il 5-3. Albot, però, rimane glaciale e supportato dalla prima ritorna in parità (4-4). Il moldavo resiste sino al dodicesimo gioco, quando il numero cinque del mondo riesce ad evitare il tie-break chiudendo il set con una grande volèe di rovescio.
TERZO SET – Come prevedibile il parziale si dimostra sin da subito tribolato per Albot. Il moldavo scende drasticamente nelle velocità della sua prima palla di servizio e viene ripetutamente costretto ai vantaggi.
Nonostante le difficoltà, il numero 46 del mondo continua a restare a galla ottenendo persino una palla break nel settimo gioco. Il punto di rottura arriva nel game successivo quando Albot cede il servizio e porta Federer a servire per il match. Lo svizzero non trema nel momento decisivo: al terzo turno servirà un’altra versione di sé per avere la meglio di Krajinovic.
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