Non si ferma il cammino da idolo della folla di Carlos Alcaraz che nei quarti di finale del Masters 1000 di Miami si è imposto col punteggio di 6-7(5), 6-3, 7-6(5) sul classe 1999 serbo Miomir Kecmanovic. E tra l’entusiasmo del pubblico (“Sembrava di giocare in Spagna“), sul centrale, dopo una battaglia di due ore e mezza, è arrivato un successo in rimonta che vale la semifinale contro Hurkacz, capace di fermare Medvedev. Il giovane serbo, che nei turni precedenti aveva eliminato Auger-Aliassime, Korda e Fritz, si conferma avversario duro. Alcaraz perde il primo set al tie break, nel secondo riesce a strappare il servizio al secondo game. Lo spagnolo si porta avanti 3-0, arriva a servire per il set sul 5-3, cancella l’unica palla break concessa nel periodo e trascina la sfida al terzo. Ancora tie-break nel set decisivo con lo spagnolo che sfrutta il primo match point imponendosi per 7 punti a 5 dopo essere stato sotto 3-5.
“Senza questo pubblico non avrei potuto raggiungere le semifinali del torneo”, dice il 18enne di Murcia che aggiunge: “Ci sono stati molti momenti della partita in cui mi è venuta la pelle d’oca, penso che sia stata una partita molto serrata, molto difficile. La partita mi è piaciuta tanto, è stata equilibrata e dura. E l’atmosfera è stata incredibile, la migliore di questo torneo finora”.
